La Direzionedel Personale della Regione con una nota datata il 10 settembre stabilisce che il valore del buono pasto dei propri dipendenti, a partire dal mese di ottobre, sarà di soli 7 euro cosi come disposto dal Governo con la oramai famosa “spending review”. Nulla di nuovo, si potrebbe dire, rispetto ad un provvedimento i cui effetti non possono essere evitati nemmeno da una Regione a statuto speciale come la nostra, ma sul quale non condividiamo ne i tempi ne le modalità.
Appare infatti lampante la solerzia dell’amministrazione nel recepire una norma che andrebbe di pari passo con altri provvedimenti sui quali però non ci sembra che ci sia la stessa volontà di agire così celermente. Perché ignorare poi il confronto su questo argomento richiesto con una nota unitaria sottoscritta il 23 luglio scorso da tutte le organizzazioni sindacali che proprio sulla spending review chiedevano al presidente ed agli assessori competenti un incontro urgente?
Sulle modalità riteniamo poi che essendo il valore del buono pasto frutto di un accordo contrattuale, se il Governo stabilisce dei nuovi limiti, la Regione deve chiedere alle parti firmatarie (sindacati e coran) l’adeguamento del contratto dei propri dipendenti alle nuove norme. Una modifica che, a nostro parere, dovrebbe tenere conto anche del fatto che l’ultimo aumento del valore dei buoni pasto si realizzò con risorse che si sarebbero potute destinare ad altre voci contrattuali o semplicemente per aumentarne il numero totale.
Non sono poche, infatti, le amministrazioni che superano (e di parecchio) il limite imposto dal contratto alla nostra categoria dei cento buoni l’anno. I nostri “cugini” del CFS, ad esempio, usufruiscono già di un buono pasto del valore massimo di sette euro, ma ne possono maturare ben 156!. Noi siamo disponibili a trovare con la Regione e con il Coran soluzioni che rispettino i parametri imposti dal Governo ma che non siano per i dipendenti un nuovo ennesimo prelievo indiscriminato su cui l’Amministrazione, anche in questa occasione, dimostra tutta la propria indifferenza se non vero e proprio cinismo.
Auspichiamo per questo una immediata coesione fra sindacati (finora su questo argomento sette organizzazioni hanno fatto almeno otto comunicati diversi!) per ribadire uniti quali possono essere le soluzioni ed i percorsi da seguire. A nostro parere, nonostante i vincoli imposti dal governo, vi sono le condizioni per cercare di respingere (o almeno non subire passivamente) questo ennesimo tentativo di scippo ai danni di una categoria di lavoratori che in questi anni ha pagato abbondantemente per il risanamento dei nostri conti pubblici.
Per quanto ci riguarda proponiamo quindi che la nota 21570 del 10/09/2012 venga immediatamente ritirata e che venga dato incarico al CORAN perché adegui gli importi dei buoni pasto ai sensi della legge 135/2012 e contestualmente ne ri-determini il numero annuo in 156 in analogia con il trattamento in vigore per il Corpo Forestale dello Stato.