Al Presidente della Giunta Regionale
Al Presidente del Consiglio Regionale della Sardegna
Agli Onorevoli Capigruppo
del Consiglio Regionale della Sardegna
All’On. Assessore Regionale della Difesa Ambiente
All’On. Assessore Regionale del Personale
Al Comandante del Corpo Forestale e di V.A.
Oggetto: Autonomia della Sardegna e iniziative del Corpo Forestale dello Stato.
Le scriventi Organizzazioni sindacali intendono porre alla cortese attenzione e valutazione delle massime Istituzioni Regionali il preoccupante tentativo di ricomparsa in Sardegna, dopo alcuni decenni, del CORPO FORESTALE DELLO STATO (di seguito CFS).
Nella Regione Autonoma della Sardegna in base allo Statuto autonomistico e alle leggi nazionali e regionali da esso derivanti, quindi di rilevanza costituzionale, opera dagli anni 70 il Corpo Forestale regionale, così come nelle altre regioni e province a statuto speciale.
Lo Statuto Speciale per la Sardegna, approvato con la Legge Costituzionale n. 3 del 26.02.1948, sancisce l’autonomia della nostra Regione a legiferare in maniera esclusiva in diverse materie e ad esercitare le relative funzioni amministrative; fra queste, ai sensi degli articoli 2, 3, 4, 5, 6, sono ricomprese agricoltura e foreste, caccia e pesca, edilizia ed urbanistica, ed altre fondamentali per lo sviluppo e la crescita della comunità Sarda.
In forza del proprio Statuto Speciale la Sardegna, al pari delle altre Regioni e Province Autonome, ha istituito propri organi tecnico-operativi di vigilanza nelle diverse materie che le sono demandate; fra questi organismi si colloca il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale istituito con la L.R. n. 26 del 05.11.1985, che in Sardegna è omologo e pienamente sostitutivo del Corpo Forestale dello Stato, che dopo il 1970 per volontà dello Stato non è più presente nelle Regioni e Province Autonome.
Nei primi anni 80 il fenomeno degli incendi boschivi si trasformava spesso in eventi catastrofici che si protraevano per diversi giorni causando morti e devastazioni (quali la tragedia di Curraggia), anche a causa dell’inconsistenza numerica del Corpo Forestale Regionale, che si trovava a contrastare gli incendi, solo con azioni di spegnimento, senza dare una risposta globale al fenomeno.
A seguito della forte pressione dell’opinione pubblica il Consiglio Regionale nel pieno delle sue prerogative autonomistiche e costituzionali, decideva di istituire e potenziare il proprio Corpo Forestale con l’emanazione della Legge Regionale 26 del 1985 (Istituzione del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna); con questa legge il Corpo veniva meglio normato nelle sue articolazioni e nelle sue competenze e denominato CORPO FORESTALE E DI VIGILANZA AMBIENTALE, (di seguito CFVA).
Nel 1986, per adeguare e potenziare numericamente l’organico del Corpo venivano banditi in Sardegna i concorsi per 600 agenti e 300 sottufficiali, dotati di qualifiche di Agenti di Pubblica sicurezza e di Agenti e Ufficiali di Polizia giudiziaria, affiancando alla lotta attiva agli incendi strategie atte a colpire le radici stesse del fenomeno, con azioni coordinate di investigazione, propaganda forestale ed ambientale ed un complessivo studio del fenomeno, mediante un capillare presidio del territorio anche a supporto delle autonomie locali e della popolazione in genere.
Nel 1991, dal momento dell’assunzione dei Forestali Sardi partecipanti al concorso, il CFS scompare dalla Regione Sardegna, perché non ha più ragion d’essere in quanto le sue funzioni e compiti vengono svolti dal C.F.V.A.
Dal 1991 ad oggi il C.F.V.A. ha migliorato costantemente le proprie attività volte ad assolvere i compiti e le funzioni assegnategli dalla Legge Regionale 26/85; nella lotta al fenomeno degli incendi boschivi ha raggiunto livelli di eccellenza sia a livello nazionale che internazionale, conquistando una riconosciuta autorevolezza che ne fanno una delle organizzazioni di riferimento in ambito mediterraneo.
Oggi il CFVA è esempio di organizzazione e professionalità nella lotta, nella prevenzione e nell’attività investigativa degli incendi, ed è stato punto di riferimento per la formazione ed addestramento del personale del Corpo Forestale dello Stato proprio in tema di investigazioni antincendi. Sono ben noti i lusinghieri risultati conseguiti proprio nella drastica riduzione delle superfici incendiate e nel contenimento dei danni al patrimonio ambientale; gli incendi che duravano giorni e causavano morte, sono in Sardegna (con qualche rara eccezione) un lontano ricordo. Si può affermare che l’obbiettivo del legislatore di arginare il fenomeno degli incendi, sia stato in buona parte raggiunto.
Anche sugli altri compiti assegnati al CFVA (definiti dalla L.R. 26/85 e da altre normative regionali), tutti riconducibili alla protezione e salvaguardia dell’ambiente, il Corpo ha raggiunto in alcuni campi dei livelli di eccellenza: sensibilizzando le popolazioni ed in particolare gli studenti sui temi ambientali; salvaguardando e valorizzando il patrimonio forestale e sughericolo; facendo consulenze gratuite e supportando gli enti locali sulla valorizzazione anche economica dei loro beni silvo-pastorali; scoprendo e smascherando tentativi di speculazione e saccheggio del nostro patrimonio naturale sulle coste e sulle zone interne.
Gli appartenenti al Corpo Regionale grazie alle qualifiche di Agente e Ufficiale di Polizia Giudiziaria, lavorano a stretto contatto con le Procure della Repubblica per perseguire su indicazione della Autorità Giudiziaria, reati inerenti l’ambiente e il paesaggio tutelato da norme statali e regionali; in alcune di queste operazioni, riprese recentemente dagli organi di informazione, il CFVA ha dimostrato ancora una volta altissima professionalità.
Il CFVA opera ed è intervenuto anche nella tutela dell’igiene e salute pubblica, perseguendo gli autori di discariche abusive altamente inquinanti, collaborando con l’ARPAS (Agenzia Regionale Protezione Ambientale Sarda) nel monitoraggio della qualità delle acque, intervenendo nella lotta all’eradicazione della peste suina africana, svolgendo controlli su eventuali truffe anche alimentari negli agriturismi dell’isola, controllando in filiera la qualità dei prodotti della pesca e tanto altro ancora.
Altro importantissimo e qualificante compito nel quale il CFVA si è distinto in questi anni è il soccorso alle popolazioni nei casi di calamità naturali quali le alluvioni, con compiti di protezione civile; anche in questi casi è stato determinante il numero degli addetti, la capillare distribuzione e la profonda conoscenza del territorio da parte di tutto il personale.
Quanto descritto è il riassunto della attività di vigilanza e della protezione ambientale in Sardegna negli ultimi vent’anni, operata dal Corpo Forestale della Regione Sarda con buoni risultati, conseguiti senza alcuna partecipazione del CFS in virtù delle prerogative autonomistiche già evidenziate in apertura.
Dopo questa totale assenza durata più di vent’anni, di recente il Corpo Forestale dello Stato si sta riaffacciando nella nostra isola, attraverso l’apertura di propri uffici, generando alcuni dubbi sia sulla conformità e trasparenza delle procedure con la quale ciò sta avvenendo, sia sulla sua utilità. Aldilà di ogni considerazione di merito, salta immediatamente agli occhi che nè l’opinione pubblica nè il Consiglio Regionale siano stati coinvolti in alcun modo in questo “cambiamento epocale”.
La Legge 06.02.2004 n. 36 “Nuovo ordinamento del Corpo Forestale dello Stato” anche a seguito del trasferimento di funzioni statali alle regioni, province ed autonomie locali, ha riformato l’ordinamento del C.F.S. e nell’art. 2 ne ha elencato le funzioni assegnate, ribadendo e sottolineando che sono ”…fatte salve le attribuzioni delle Regioni e degli Enti locali”. L’art. 4 della stessa Legge 36/04 ha inoltre stabilito che il Ministro delle politiche agricole ed alimentari ha facoltà di stipulare con le Regioni “…specifici accordi per l’affidamento al Corpo Forestale dello Stato compiti e funzioni proprie delle Regioni stesse, sulla base di un accordo quadro approvato dalla Conferenza permanente per i rapporti fra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano….”. Infine, il comma 10 dell’art. 4 della stessa Legge 36/04 recita testualmente: “Restano ferme le competenze attribuite in materia di Corpo Forestale alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano dagli statuti speciali e dalle relative norme di attuazione”.
Per contro, come già accennato, da qualche tempo il Corpo Forestale dello Stato, sta attuando delle iniziative per riaffermare la propria presenza nelle Regioni Autonome ed anche nel territorio della Sardegna. Nello specifico, la Legge n° 4/2011 “Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari” prevede l’apertura di sezioni di polizia giudiziaria del CFS presso le Procure della Repubblica e che “nelle regioni a statuto speciale, le sezioni di polizia giudiziaria sono composte anche dal personale con qualifica di polizia giudiziaria appartenente ai rispettivi corpi forestali, secondo i rispettivi ordinamenti, previa intesa tra lo Stato e la regione interessata”.
Presso le Procure della Repubblica di Nuoro, Cagliari e Sassari sono state aperte delle sezioni di polizia giudiziaria del CFS, dove erano già presenti sezioni di PG del CFVA, senza che siano note, se avvenute, le “previe intese tra lo stato e la regione interessata” previste dalla norma nazionale in ossequio agli statuti autonomistici. Ulteriori dubbi permangono su eventuali passaggi di ratifica in conferenza stato-regione. L’attuale situazione presso queste procure della Repubblica è di una duplicazione e sovrapposizione di funzioni.
Si ha inoltre notizia che nei primi giorni dello scorso mese di febbraio il Capo del CFS, Ing. Cesare Patrone, abbia incontrato a Villa Devoto il Presidente della Giunta Regionale, onorevole Ugo Cappellacci. Dopo pochi giorni il Capo del CFS istituiva con proprio decreto del 12/02/2013 il Nucleo Operativo Cites (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie animali in via di estinzione) presso la dogana di Cagliari, con decorrenza 14/02/2013; il decreto istitutivo nelle premesse fa riferimento ad una “…Conferenza di servizi svoltasi il giorno 9 gennaio 2013 al fine di acquisire il parere delle Amministrazioni interessate”. Anche su questa apertura di un nuovo ufficio in Sardegna del CFS permangono i medesimi dubbi di corretta informazione, procedura e trasparenza nei confronti del Consiglio Regionale e dell’opinione pubblica.
A parere di queste OO.SS. qualunque iniziativa con la quale lo Stato pretenda di ristabilire la sua “presenza” nella nostra Isola lede gravemente il diritto e le prerogative concesse dalla speciale autonomia conferita alla nostra Regione e va in direzione opposta rispetto alla tendenza allo snellimento dello Stato ed al decentramento di compiti e funzioni alle regioni ed alle autonomie locali, in una ottica di autodeterminazione ed autogoverno, anche in chiave di contenimento dei costi della pubblica amministrazione.
I tentativi del Corpo Forestale dello Stato di riaffermare e ristabilire la propria presenza anche nelle regioni a Statuto speciale appare chiaramente strumentale ad un disegno di riaccentramento ed accrescimento di poteri che lo Stato ha da decenni attribuito alle Regioni e Province Autonome; tutte queste infatti, al pari della Sardegna hanno i propri Corpi Forestali che svolgono con piena legittimità e riconosciuta professionalità le funzioni che il CFS svolge nelle Regioni a statuto ordinario.
Queste OO.SS. ritengono che nella nostra Isola, il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione Sarda, con la sua presenza capillare in tutto il territorio, abbia accumulato dalla sua istituzione ad oggi un notevole patrimonio di esperienza e conoscenza dei fenomeni sociali ed abbia maturato la capacità di commisurare il proprio ruolo ed il proprio intervento in modo tale da rendere autorevole, ragionevole ed efficace la propria opera a servizio dell’Amministrazione ed a difesa degli interessi del territorio e della società Sarda. Si ritiene che la presenza di reparti del Corpo Forestale dello Stato in Sardegna costituirebbe una sovrapposizione operativa che condurrebbe inevitabilmente a momenti di confusione e conflitto istituzionale, certamente dannoso per la stessa Amministrazione regionale e per gli interessi dell’economia e del popolo sardo. Determinerebbe inoltre l’esistenza di un ulteriore centro di spendita di risorse pubbliche ingiustificabile agli occhi dei cittadini-contribuenti, stante anche la grave crisi socio-economico-finanziaria che caratterizza questo periodo storico.
I compiti e le funzioni svolti egregiamente negli ultimi vent’anni dal CFVA in Sardegna, possono e devono continuare ad essere svolti dallo stesso CFVA. Se lo Stato centrale necessita di delegare alla Regione Sardegna ulteriori funzioni, il CFVA è certamente in grado di svolgerle, magari previo trasferimento di risorse aggiuntive all’uopo destinate.
Esulando dalla veste di rappresentanti dei lavoratori del C.F.V.A. ed attribuendo alla presente la valenza del comune sentire di “Cittadini Sardi”, gli scriventi tengono a rimarcare che alle forze politiche presenti nel Consiglio Regionale Sardo non possono sfuggire i motivi per cui si deve unitariamente respingere il tentativo di occupazione di spazi autonomistici, che la nostra Regione sta subendo con questa invasione silenziosa ad opera del C.F.S.
Siamo infatti convinti che fra le priorità dei politici regionali eletti in Sardegna debba esservi quella di ampliare le prerogative autonomistiche della Regione stessa al fine di dare risposte sempre più adeguate e vicine alle esigenze dei Cittadini Sardi e contemporaneamente difendere le conquiste autonomistiche pregresse, frutto di tante azioni di rivendicazione che vanno aldilà di qualsiasi appartenenza politica.
Si confida in una sensibile ed urgente attenzione al tema proposto.
Cagliari, 22 marzo 2013