Con i primi grossi incendi e le immancabili conseguenti polemiche, entra nel “vivo” anche quest’anno la questione antincendio. Per noi un film già visto tante volte: i soccorsi sono più in ritardo a seconda del colore politico di assessori e amministratori locali, non si esita a dare pubblicamente agli incendiari connotazioni di operai forestali, speculatori edilizi o pastori (che oltre l’incendio magari devono anche subire i vincoli della 353) salvo poi scoprire che si tratta di una persona che soffre di disturbi mentali, o dell’ insospettabile trenino verde, o semplicemente di una delle tante cicche gettate dal finestrino da “integerrimi” cittadini.
La realtà è che viviamo in un isola che d’estate diventa un immensa “polveriera” pronta ad esplodere e distruggere quel poco che resta della nostra “richezza” e della nostra economia. Tremila incendi che in una stagione di soli tre mesi (caratterizzata da alte temperature e venti spesso fortissimi) possono diventare una trappola infernale per chiunque si trovi a percorrere le nostre strade, ad usufruire dei nostri boschi o a godere della splendida cornice della vegetazione mediterranea che arriva fino al mare, nel quale ogni giorno inconsapevoli della devastante forza dell’incendio, trovano refrigerio centinaia di migliaia di turisti. Verrà certamente il giorno che la cultura ed il senso civico dei nostri figli sconfiggerà o modificherà profondamente una lotta che dura da molti secoli, ma oggi la “guerra al fuoco” resta più che mai aperta.
Sono in molti a ricordare le vittime degli incendi degli anni 80 e di quanto questo sia stato devastante anche per l’economia legata al turismo. Da allora, con l’avvento della legge 26/85 il Corpo Forestale della Regione, ha quadruplicato i propri organici, attivato moderni sistemi di indagine e non ha mai smesso di interrogarsi e di proporre attivamente soluzioni per disattivare il fenomeno degli incendi o migliorare la “machina” dello spegnimento. Oggi il CFVA rappresenta nella lotta agli incendi (grazie sopratutto all’alta professionalità del personale) un riferimento ed un eccellenza europea. Un titolo che non ci vale ne mostrine (che pure non starebbero male nelle nostre divise) ne stipendi più alti rispetto agli altri “colleghi” ma ci ripaga la soddisfazione che in questi vent’anni, nonostante il numero e la forza degli incendi, si siano salvaguardati con successo beni economici, l’immagine e l’ambiente naturale della Sardegna, ma sopratutto le le vite umane.
In questi giorni il responsabile della protezione civile nazionale Franco Gabrielli ha chiarito però che la flotta aerea nazionale ha subito tagli pari al 50% rispetto allo scorso anno, una pesante limitazione che si somma per noi alla riduzione di ore di volo della flotta aerea regionale. Non è certo una notizia inaspettata visto il vero e proprio disastro dei tagli che ha colpito quasi tutti i settori pubblici compresi assistenza, sanità e scuola, ma è una pericolosa tendenza che tutti gli operatori del settore (dirigenza del Corpo in primis) devono rifiutare con forza. Stato e Regione hanno certamente il dovere di far quadrare i conti del proprio bilancio ma deve essere ben chiaro a tutti che il risultato di evitare che le persone perdano la vita a causa di un incendio non è scontato ma ottenuto con grande difficoltà, impegno e sacrificio. Togliere “armi” antincendio al Corpo Forestale è pericolosissimo. Nessuno aspetti una nuova strage per rendersene conto.