Le prescrizioni regionali antincendio prevedono che fra qualche giorno (15 settembre) sarà possibile rilasciare le autorizzazioni per bruciare i residui vegetali (per finalità agricole e selvicolturali) ma a differenza degli scorsi anni la procedura sarà più complicata. Mentre per circa vent’anni le domande pervenute venivano evase direttamente all’interno della Stazione Forestale, ora devono passare per il capo ispettorato seguendo una inutile e controversa procedura che comporta inevitabili perdite di tempo.
Per molti anni il lavoro di collaborazione e sensibilizzazione operato dal personale che opera sul territorio, anche nel rilasciare le autorizzazioni agli abbruciamenti, era mirato a fare in modo che scomparisse la pericolosa abitudine di “incendiare” le stoppie per lasciare il posto ad una corretta pratica di utilizzo del fuoco in modo controllato e responsabile da parte degli utenti. Allungare i tempi e le procedure, per una tecnica colturale che già deve essere fatta sulla base di alcune condizioni climatiche variabili (pioggia, vento eccessivo) e di esigenze colturali (tempi di semina), vuol dire inserire un ulteriore elemento negativo che potrebbe produrre una recrudescenza all’uso sconsiderato di questo strumento.
Paradossalmente nello stesso periodo il Corpo Forestale valorizza (per alcuni anche eccessivamente) l’utilizzo del fuoco sia nello spegnimento (controfuoco) sia nella prevenzione (fuoco prescritto). Si assiste quindi per la prima volta a forestali in divisa “armati” di accendino (stiddiadori) che effettuano operazioni di abbruciamento mentre nello stesso tempo si complicano le procedure e si allungano i tempi per gli utenti e le attività produttive che necessitano di questa pratica.
Non sarebbe forse meglio una maggiore coerenza della nostra Amministrazione fra le prescrizioni, le procedure ed i messaggi rivolti alle attività produttive ed al mondo agropastorale? La loro collaborazione appare oggi più che mai essenziale per fronteggiare il problema degli incendi con il quale probabilmente dovremo convivere con sempre minori risorse.