I rappresentanti del SAF all’interno del Comitato Unico di Garanzia evidenziano (con una nota inviata al presidente ed a tutti gli altri rappresentanti) le difficoltà che devono affrontare le “mamme CFVA” assegnate alle stazioni forestali che svolgono orario turnato e sono soggette alle disposizioni che spesso impongono il proseguo del proprio servizio nonostante sia terminato l’orario di lavoro previsto.
In particolare sia nel periodo della campagna antincendio (dal primo giugno al 15 ottobre) sia nei giorni di allerta meteo (circa 60 nello scorso anno) o semplicemente per inderogabili atti di polizia giudiziaria il personale (qualora vi siano adempimenti da concludere) è obbligato a proseguire il proprio servizio ben oltre l’orario programmato. Il mancato adempimento a queste disposizioni comporta evidenti responsabilità civili e penali. A questo “disagio” si aggiunge una ulteriore limitazione “contrattuale” per la quale, al personale che lavora “a turni”, non è concesso di usufruire del part-time orizzontale (o misto) e del congedo parentale ad ore così come introdotto dal DL 216 del 2012.
Limitazioni, obblighi contrattuali e di legge che male si conciliano con il ruolo, i compiti ed i doveri di mamma in particolare nei primissimi anni di vita del bambino. Nello specifico la mancanza di certezze negli orari di rientro, la incompatibilità dei turni con gli orari degli asili nido a cui affidare i propri figli (non esistono strutture il cui servizio inizia alle 6 e trenta del mattino o che finisce alle 21 e trenta di sera) complicano oltremodo la gestione della prole. Difficoltà che si amplificano nei casi in cui entrambi i genitori sono colleghi e lavorano a turni presso le stazioni forestali del CFVA.
I due rappresentanti del personale CFVA in seno al CUG evidenziano che, “oltre le disposizioni dell’art 37 della Costituzione, l’art. 42 bis della 151/2001, le norme contrattuali a tutela della maternità ed in piena sintonia con le recenti delibere di Giunta (la n°30/18 e 30/19 entrambe del 30 luglio scorso) il CUG debba promuovere azioni concrete ed immediate atte a favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro“.
Vi sono ad esempio casi nei quali l’amministrazione viene parzialmente incontro a questo personale ma lo fa come se questo fosse un peso, un fastidio “a malaozza” direbbe qualcuno. Come il caso di tre lavoratrici del CFVA del ruolo agenti/assistenti (tutte con bambini di età inferiore ai tre anni) che sono state “parcheggiate” con provvedimenti temporanei di avvicinamento (rispetto alla propria sede di servizio in alcuni casi distante oltre 50 km) nella stazione forestale di Nuoro, nonostante lo stesso Ispettorato abbia manifestato la carenza nei propri uffici centrali (attraverso uno specifico bando) di almeno tre dipendenti nel ruolo agenti/assistenti tuttora vacanti.
I bambini crescono in fretta e le nostre “giovani” colleghe dovranno restare in servizio per tanto tempo ancora, perché allora non trovare soluzioni che nel rispetto delle esigenze dell’amministrazione agevolino, per qualche anno, il loro ruolo di mamma e regalino qualche momento felice in più ai loro bambini? Le norme (dalla Costituzione fino alle recenti delibere della Giunta Regionale) favoriscono che questo avvenga, il buon senso dovrebbe indicarci la stessa strada. Sarebbe davvero grave arrivare a dover ricordare che tutti siamo qui per il semplice fatto che una mamma (la nostra) si è presa cura di noi.