Dopo le dichiarazioni del Comandante del CFVA Cesare Patrone sull “inutilità” dei Corpi Forestali di Regioni e Provincie Autonome, anche il Sapaf propone di “unificare i vari Corpi Forestali” in un unica polizia ambientale perché, si legge in un volantino a “mezzadria” con il Fendres, i 9.000 forestali dello Stato non sarebbero sufficienti a fronteggiare i reati ambientali, mentre i Corpi Regionali “sarebbero limitati, nella maggior parte del tempo, ad attività amministrativa“.
Non si comprende quali siano le attività amministrative che svolge il CFVA rispetto al CFS, sarebbe semmai vero l’esatto contrario in quanto proprio il CFS non ha mai abbandonato né i “ruoli tecnici”, né la possibilità di assumere operai fissi o stagionali (vedi la recente richiesta di risorse del Comandante Patrone alla commissione agricoltura). Sull’attività di polizia esercitata dal CFVA poi, prima di esprimere giudizi così importanti, sarebbe una buona abitudine (anche a tutela della propria credibilità) supportare le proprie tesi con qualche semplice raffronto sui risultati ottenuti da noi forestali “amministrativi” con quelli di una regione qualsiasi in cui è presente il CFS.
Ma a parte le argomentazioni di chi è chiaramente di parte ed ha tutti gli interessi a perseguire il prestigio ed i benefici che derivano da un CFS presente su tutto il territorio nazionale, quale sarebbe il destino del personale CFVA se questo sciagurato progetto dovesse portarsi a compimento? Appare subito chiaro che anche se tutti i forestali sardi fossero convinti di abbandonare “mamma regione” la decisione, le modalità ed i tempi di un eventuale unico Corpo Forestale dello Stato sono chiaramente scelte politiche. Sarà quindi il Ministero delle Risorse Agricole ed il Parlamento che stabiliranno non solo i diversi aspetti organizzativi ma sopratutto dovranno dire di quanti forestali “dello Stato” avrà bisogno la Sardegna.
Del resto solo qualche settimana fa lo stesso Sapaf, sulla grave questione dei roghi per smaltire i rifiuti in Campania (la terra dei fuochi) descrivendo una situazione di carenze drammatiche, chiedeva al Ministro la nuova assunzione di almeno cento posti di Agente. Una richiesta più che legittima ma destinata a scontrarsi con i tagli della spesa e le disastrate casse dello Stato. Non può essere quindi né il Sapaf né Cesare Patrone a garantire che lo Stato si farà carico della spesa delle nostre oltre 1300 buste paga e che (come ingenuamente sostiene anche qualche collega) “ci prenderanno tutti e ci lasceranno dove siamo“. La realtà è che nella migliore delle ipotesi il Ministro e la “politica romana” potrà consentire al CFS di avere in Sardegna, gli stessi organici previsti per le regioni “più importanti” per la presenza di forestali in divisa come ad esempio la Toscana dove sono previsti 354 Agenti/Assistenti, 120 Ispettori, 49 ufficiali e 12 Dirigenti.
Numeri che da soli parlano chiaro: Ipotizzando che domani mattina gli oltre 900 Agenti/Assistenti, i 300 Ispettori ed i circa 60 Ufficiali Sardi debbano scegliere se transitare nel CFS o in alternativa all’Ente Foreste/usciere alla regione, questi verranno chiamati sulla base del proprio grado ed anzianità a scegliere una sede di servizio nella quale continuare ad indossare la propria divisa possibilmente “vicino a casa”. Una scelta, visti i numeri a disposizione, destinata ad escludere addirittura buona parte dei 570 assistenti capo vincitori di concorso (con sei mesi di corso nelle scuole del CFS) ed oltre vent’anni di servizio, stessa sorte per gli Ispettori Superiori (destino più che incerto per gli ispettori di “nuova nomina”) e gli Ufficiali. Esclusione sicura invece per tutti gli Agenti che avranno più possibilità di vincere al superenalotto che di trovare in Sardegna un posto libero da forestale. Complessivamente oltre ottocento colleghi che non avranno la possibilità di continuare ad indossare la divisa e che saranno destinati a seguire l’impiego che deciderà per loro la Regione dopo aver “ceduto il proprio ruolo” al CFS. Gli unici “comodi” (nemmeno a dirlo) sembrerebbero i nostri dirigenti che avranno disponibili un numero di posti addirittura superiori alla loro attuale presenza in servizio.
Un progetto, quello di unificare i Corpi Forestali, dai risvolti devastanti per il personale CFVA che non trova alcun riscontro nella funzionalità e nella qualità dei servizi dati alla comunità in termini di tutela ambientale, controllo del territorio, soccorso e pubblica sicurezza. Un idea (subdola e pericolosa) che viene proposta in un momento di grande difficoltà economica e politica anche nella nostra isola dove il risparmio (che deriverebbe dall’affidare allo Stato una parte della spesa dei nostri stipendi, mezzi e stazioni forestali) potrebbe essere individuato, da una “disorientata” classe politica regionale, come la possibilità di dare risposte ad altri settori in grandissima difficoltà. Per questo non va sottovalutata ne affrontata con spirito di tifoseria o peggio di rivalsa nei confronti di un amministrazione che non ci ha mai dato grandi soddisfazioni. Un errore di valutazione oggi potrebbe dar luogo ad un percorso disastroso ed irreversibile sul futuro lavorativo di ognuno di noi.
Determinazione organici CFS anno 2013
Documento Sapaf – Safor: unificare i corpi di polizia
Disegno di legge regione Sicilia per la sopressione del CFRS