Il Governo presenta un disegno di legge per sopprimere il CFS. Quali conseguenze per il CFVA?

ettore deianaCon il disegno di legge n.  1577  (art. 7) del 23 luglio scorso, al fine di “razionalizzare le funzioni di polizia ed evitare sovrapposizioni di competenze” il Governo intende riorganizzare le forze di polizia in Italia, ed in particolare si legge nel disegno di legge, “trasferire le competenze affidate finora al Corpo Forestale dello Stato alle altre forze di polizia”.

Il risultato di questa scelta politica, se approvata dal Parlamento, potrebbe essere la soppressione definitiva del CFS che già negli anni ha ridotto la sua presenza nel territorio (stazioni forestali con giurisdizioni “immense” rispetto ai 2 massimo 3 operatori in organico) e personale spesso costretto a “cedere il passo” rispetto all’attività investigativa dei carabinieri del Noe, Guardia di finanza o semplicemente delle polizie provinciali.

Da tempo si parla di un possibile passaggio del personale CFS alla polizia di Stato con la creazione di una specifica “polizia ambientale” (disegno di legge Rosato) ma questo nuovo disegno di legge del Governo, che parla di un generico trasferimento di competenze alle “altre forze di polizia” per gli addetti ai lavori parrebbe un chiaro recepimento del ruolo che i carabinieri rivendicano con i loro trenta nuclei operativi ecologici (dal 2001 “comando carabinieri per la tutela dell’ambiente”) che fin dal giorno della loro nascita (che coincide perfettamente con quella del Ministero dell’ambiente dal quale dipendono –  anno 1986) – sono presenti su tutto il territorio nazionale.

In questo contesto appare a dir poco incerto il ruolo che dovranno avere i Corpi Forestali di regioni e provincie autonome nonostante nel tempo si siano potenziate le loro strutture ed adattati e specializzati gli organici alle esigenze specifiche dei propri territori. Solo per fare un esempio, nessuno “sano di mente” che conosce il fenomeno degli incendi in Sardegna e quali rischi ci siano per l’ambiente, per le cose, ma soprattutto per le vite umane, potrebbe pensare di togliere al CFVA il coordinamento delle attività antincendio; ma quale divisa dovremo indossare se nel resto dell’Italia il CFS non esiste più?

In questa situazione di incertezza c’è chi aggiunge confusione con proposte di farneticanti accorpamenti (vedi comunicato Sapaf) con il passaggio al CFS del personale delle polizie provinciali e dei corpi forestali regionali ma in un “ruolo speciale”. Insomma nonostante qualcuno si trovi su una barca alla deriva con il rischio reale che questa affondi c’è il tempo per pensare ad una “riserva indiana” dove collocare il personale dei territori conquistati stando però bene attenti che questi non possano prendere il potere.

In questi giorni il Corpafor lavora per cercare, con la politica, soluzioni che siano rispettose dei ruoli, del personale “forestale” e della storia delle nostre istituzioni auspicando riforme che riconoscano e migliorino il nostro ruolo. Soluzioni che, se messe da parte ambizioni espansionistiche o dominatrici di qualcuno, potrebbero, nonostante le difficoltà del momento salvaguardare il ruolo di tutti. Perché ad esempio non valutare l’ipotesi di una Polizia Ambientale regionale federata dove le regioni (anche a statuto ordinario) investono e specializzano il proprio personale sulla base delle proprie esigenze ambientali lasciando allo Stato un ruolo di coordinamento centrale che consenta, quando necessario, di affrontare “uniti” tutte le nostre competenze?

Art 7 comma a del DDL 1577 del Governo

IL testo completo del DDL 1577

Sapaf – assorbimento del personale di provincie e corpi forestali regionali in un “ruolo speciale”