Soltanto grazie alla tecnologia l’uomo ha potuto costruire auto moderne, aerei sicuri, o semplicemente un televisore a led. Il risultato di una serie sterminata di interconnessioni “cerebrali” che i sistemi informatici hanno saputo valorizzare unendo le esperienze di ogni singola tecnologia e mettendole assieme. Nemmeno la “buonanima” del geniale Steve Jobs, fondatore della Apple, avrebbe potuto costruirsi da solo un telefono dell’ultima generazione. Discorso che certamente può essere valido anche per le pubbliche amministrazioni dove la tecnologia o semplicemente mettere in rete le singole esperienze porta sicuramente ad una crescita.
Ben vengano quindi, anche nel settore delle indagini di polizia giudiziaria tutti i sistemi tecnologici che migliorino l’azione delle forze di polizia e consentano di perseguire ed assicurare alla giustizia i responsabili di gravi reati che spesso, restavano irrisolti. Di recente e per la prima volta, anche un indagine condotta da personale della Stazione forestale di Muravera su un incendio doloso, ha portato all’individuazione del colpevole attraverso una perizia del DNA disposta dalla Procura di Cagliari.
Più in generale, i sistemi tecnologici hanno però sempre un costo (non solo relativo al loro prezzo) per il quale occorre fare sempre una valutazione: ognuno di noi potrebbe avere in casa, attraverso del tutto accessibili sistemi di domotica, interruttori vocali, lavatrici che si accendono via smartphone e luci intelligenti, ma quasi sempre, quando le risorse a disposizione sono limitate scegliamo più economici sistemi tradizionali destinando quel risparmio a cose più importanti.
Nel cfva non si paga un ora di straordinario, anche quando è svolto per indifferibili esigenze di servizio, ma è arrivata la tecnologia con rilevazione “in rete” delle presenze (sperimentale in alcune stazioni ma destinata ad attuarsi in tutte le strutture), modello 7/ris telematico, identificazione delle persone, Gps veicolari acquistati per trasmettere la posizione dei mezzi antincendio. In realtà sistemi costosissimi, che spesso sfiorano l’assoluta inutilità, che hanno imbrigliato ulteriormente il nostro lavoro di adempimenti “tecno/burocratici” con il duplice effetto negativo di creare nuove necessità di personale negli uffici centrali e impegnare in ulteriori compiti amministrativi quello delle stazioni forestali.
Un costoso sistema informatico che dovrebbe consentire alla nostra “amministrazione” attraverso gli uffici preposti ed i nostri centri operativi, di avere sempre un quadro esatto della situazione su chi è in servizio, che cosa ha fatto, quali orari ha svolto e chi ha incontrato. Elementi che, almeno sulla carta, sarebbero utili per coordinare uomini e mezzi, ma che in realtà finiscono complessivamente per appesantire e limitare il nostro servizio che, come “nell’Era” in cui non c’erano i computer, si misura principalmente con la nostra presenza sul territorio a tutela dell’ambiente e a fianco delle popolazioni.
A questo proposito di recente è stato istituito dalla protezione civile della Regione il centro funzionale decentrato, (ovvero un ulteriore centro operativo) che si aggiunge al lavoro di “coordinamento” della sala operativa provinciale (COP), della sala operativa regionale (SOUP), e quello della sala operativa della protezione civile (SORI). In caso di emergenze infatti, tutte hanno competenza e svolgono il loro ruolo sullo stesso territorio e in caso di allerta meteo, sopratutto nelle ore notturne, tutte fanno riferimento alle pattuglie del CFVA.
In pratica, in caso di allerta meteo la stragrande maggioranza delle stazioni forestali potranno garantire, nella migliore delle ipotesi (dovendo magari richiamare chi è appena smontato dal servizio) una sola pattuglia notturna composta al massimo da due elementi. Questi, dopo essere riusciti a connettersi ad internet ed adempiere ai propri compiti tecnologico/amministrativo/istituzionali, potranno affrontare le eventuali piogge torrenziali sul territorio. Il risultato complessivo? Due colleghi che già prima di uscire dalla stazione hanno fatto “salti mortali” e ben quattro sale operative (più o meno tecnologiche) pronte a controllare e coordinare i loro interventi sul territorio!