In questi giorni, in piena campagna antincendio, si stanno ancora svolgendo le visite mediche previste dal decreto legislativo 81/2008 per stabilire se il personale può intervenire o meno sugli incendi. Una situazione paradossale di grave ritardo che compromette l’efficacia della più importante struttura pubblica in Sardegna preposta a tutelare la sicurezza dei cittadini in materia di coordinamento degli interventi per fronteggiare il pericolo incendi.
Nel CFVA regna il caos più totale con il comandante del Corpo unicamente concentrato a cercare di risolvere i propri guai giudiziari (sono quasi due anni che nonostante le richieste e la quantità enorme di problemi da risolvere non incontra i rappresentanti dei lavoratori) con ordini di servizio dei singoli direttori ripartimentali (di cui non si è certi della titolarità) che dispongono in modo sibillino e poco chiaro che il personale intervenga sugli incendi ma “senza esporsi a rischi”.
I servizi ripartimentali, senza una guida chiara e con la più totale assenza di una Direzione Generale, sulla base di queste incertezze interpretano norme contrattuali ed emanano disposizioni che portano a veri e propri disservizi. Intere stazioni forestali nelle quali al personale non ancora avviato a sorveglianza sanitaria viene imposto “l’orario d’ufficio” con il risultato che nelle ore più calde ed a rischio incendi in località di grandissimo pregio naturalistico e turistico come ad esempio la riviera di Alghero c’è il rischio che non ci sia un solo forestale disponibile.
Visite mediche che nel tempo si sono fatte sempre più scarne passando da una importante struttura pubblica come l’ospedale Brotzu di Cagliari a ditte private strozzate dai ribassi, alle quali, per risparmiare qualche decina di euro, non viene più inviato nemmeno tutto il personale. È sufficiente infatti che un dipendente sia stato dichiarato inidoneo al servizio antincendio l’anno precedente che (anche se nel frattempo si sono risolti i suoi problemi di salute) non sarà più avviato a visita. Il risultato? Che vengono sottratte in modo del tutto ingiustificato “forze in campo” ad un Corpo che già di suo ha molti inidonei ed un età media ben superiore ai 50 anni.
I toni trionfalistici dell’Assessore della difesa dell’Ambiente del 24 maggio in cui si parlava di sistema regionale antincendio attivato dal primo giugno e di 10.000 uomini a disposizione, stanno purtroppo a significare che l’Assessore della difesa dell’Ambiente non conosce la realtà dei problemi e la grave situazione che invece vive l’organizzazione antincendio ed in particolare il CFVA.
Si chiede pertanto che l’assessore della difesa dell’ambiente, prima ancora che si possano contare le vittime di questa disorganizzazione (che per altro umilia profondamente una istituzione di alto livello e preparazione come la nostra) abbia il buon senso di dimettersi e lasciare spazio a qualcuno che sia anche in grado di scegliere un Comandante del Corpo capace di confrontarsi con i problemi che vengono rappresentati da chi quotidianamente si trova a viverli sul fronte, quasi sempre rischioso, del nostro lavoro.
Articolo unione sarda 15.06.2017 richiesta dimissione assessore ambiente