Quando parliamo di riforma abbiamo bene in mente quello che noi vorremmo da una nuova legge, molto meno chiaro invece, quello che passa per la testa di chi (dentro l’aula del Consiglio Regionale) deve realizzare questa riforma. Elemento non trascurabile visto che qualsiasi disegno di legge deve essere discusso articolo per articolo ed infine approvato dalla maggioranza delle forze politiche. Pericolo amplificato poi dal fatto che la Giunta Regionale e gli Assessori all’Ambiente, che in questi anni si sono succeduti, hanno dimostrato scarso interesse per il Corpo Forestale limitandosi quasi sempre a provvedimenti estemporanei più che altro finalizzati ad attribuirci (senza nemmeno verificare gli strumenti e le reali risorse a disposizione) nuove competenze.
In questi anni chi ha avuto la “fortuna” di seguire i lavori in Consiglio Regionale ha potuto rendersi conto della distanza che spesso divide la politica dalle esigenze di una organizzazione di polizia ambientale come la nostra. Le richieste del personale (spesso contenute in estemporanei emendamenti alle varie finanziarie) destinate regolarmente a cadere nel nulla. Famosa l’equiparazione della nostra indennità d’istituto a quella del CFS che è stata presentata sotto forma di emendamento o addirittura all’interno di un disegno di legge decine di volte, ma sempre senza alcun esito positivo. Paradossalmente anche lo stesso attuale Assessore al personale è stato promotore di iniziative simili ma oggi, che si trova nel posto giusto per eventualmente realizzarle, non solo sembra totalmente indifferente ma non dimostra nemmeno la reale volontà di difendere istituti contrattuali consolidati come il taglio sui buoni pasto.
Altro elemento che si aggiunge al disinteresse della politica, sono gli effetti devastanti delle divisioni ideologiche e le contrapposizioni, spesso fini a se stesse, della classe politica. Resta famosa la discussione in aula per la realizzazione della legge 26 quando qualcuno sosteneva che sarebbe stato meglio usare come distintivo sul cappello un cervo (con tanto di corna) anziché l’aquila per dare una maggiore connotazione autonomistica alla nostra divisa. Il risultato fu uno scontro che cancellò ogni segnale distintivo di appartenenza tanto che oggi è più facile trovare il simbolo della nostra regione sulle divise dei Carabinieri che su quelle dei Forestali.
Elementi che bisogna tenere ben presenti per indirizzare in modo efficace l’azione e le richieste sindacali. Aspetti certamente non esaltanti, per chi si pone come obiettivo una riforma seria che parta dalla esigenze del Corpo, ma che non ci devono scoraggiare e non possono limitare la nostra azione. Visto l’immobilismo dell’Assessore all’Ambiente e di quello al personale sulla riforma, il 21 dicembre a Tramatza, nell’assemblea generale degli appartenenti al CFVA individueremo “quello che i forestali vogliono dalla riforma della 26“. A questo seguirà un opera di sensibilizzazione delle forze politiche presenti in Consiglio Regionale ma anche una nuova azione nei confronti del prossimo Governo nazionale attraverso il Corpafor il cui programma prevede un incontro proprio qui in Sardegna subito dopo le prossime elezioni politiche.
Convocazione assemblea 21 dicembre