Spesso gli organi di stampa si sono occupati dei territori “militari” potenzialmente pericolosi per la salute dell’uomo e dell’ambiente. Argomenti tornati anche di recente sui giornali di tutta Italia con le sentenze che condannano lo Stato a pagare “i danni” per militari morti dopo che, avendo operato in zone di guerra contaminate da sostanze nocive, hanno contratto gravi malattie riconducibili al loro lavoro.
Sono in atto, da parte della magistratura, tutta una serie di disposizioni che oltre allo sgombero di alcune aree ritenute pericolose prevedono la verifica ed il monitoraggio (affidando l’incarico ad esperti e studiosi) della presenza di sostanze dannose per l’ambiente ed in particolare per la salute dell’uomo.
In Sardegna il personale del CFVA si è trovato spesso ad operare in questi contesti (esercitazioni di tiro al poligono militare di Teulada o gli interventi antincendio e di Polizia Giudiziaria presso il Salto di Quirra) certamente in periodi molto limitati rispetto a chi lavora quotidianamente su quel territorio ma comunque non esenti, a nostro parere, dalla valutazione dei rischi che, ai sensi della normativa vigente, si deve fare per ogni singolo “pericolo” di ogni lavoro.
Durante il periodo antincendio aumenta poi la possibilità che il personale del Corpo Forestale venga chiamato in emergenza ad intervenire su questi territori. In questo caso si potrebbe verificare (se fosse confermata la presenza di sostanze pericolose) l’ulteriore pericolo degli effetti del calore con la possibile produzione di fumi e gas oltre a quelli normalmente sviluppati nella combustione delle essenze vegetali.
Riteniamo pertanto che gli esiti di queste verifiche vadano seguite con particolare attenzione dalla Direzione Generale del CFVA che dovrà correlarle con possibili elementi specifici di rischio per il personale e soprattutto coinvolgere nell’attività il Servizio di Prevenzione ed nostri Responsabili per la Sicurezza (RLS).