Firmato oggi, presso la sede della Direzione Generale a Cagliari dal SAF, la Cisl e la Uil, l’accordo sul salario di rendimento per l’anno 2012 “riveduto e corretto” secondo le indicazioni dell’ufficio interno di controllo della Regione. Non vi sono particolari differenze rispetto all’accordo precedente se non la controversa vicenda del recupero delle ore di straordinario per le quali l’articolo “cassato” avrebbe consentito al personale una maggiore flessibilità e la precisazione che anche l’acconto del 60% è soggetto alla valutazione del personale.
Perché si possa procedere al pagamento del salario di rendimento, occorre però che vengano stanziate le risorse attraverso la finanziaria regionale e subito dopo che vengano assegnate al CFVA (con determinazione del direttore generale del personale) le specifiche quote che dovrebbero consentire il pagamento di importi simili agli anni scorsi. Visti i ritardi della politica appare comunque difficile che si possano rispettare le scadenze del 2012, sarà invece più probabile uno slittamento legato principalmente ai tempi di approvazione della legge finanziaria.
Un accordo che però non ha trovato il consenso di tutte le organizzazioni sindacali e sul quale è stata determinante la nostra firma. Una scelta di responsabilità su un istituto contrattuale che sappiamo bene comporta anche aspetti controversi ma che rappresenta, oggi più che mai, una “boccata di ossigeno” che noi riteniamo vada difesa in modo unitario e compatto.
Tante volte, infatti, abbiamo criticato anche aspramente l’istituto delle valutazioni (necessario perché sia pagato il rendimento) ma cosa sarebbe successo se anche il SAF non avesse firmato l’accordo? Forse sarebbe stato il primo passo per uniformarci contrattualmente, come auspica qualche collega, al CFS (cancellando il salario di rendimento) ma di sicuro l’accordo non sarebbe stato valido. Noi pensiamo che in questo momento di blocco di contratti, tagli e la grave difficoltà economica dei dipendenti, questi istituti contrattuali vadano difesi con senso di responsabilità e determinazione.
Per un organizzazione sindacale può essere “politicamente” più semplice non firmare, tenersi libera di criticare gli aspetti negativi sapendo che tanto i soldi arrivano comunque a tutti, ma quale messaggio passa al politico alle prese con la legge finanziaria che deve cercare di dare risposte a precari, disoccupati, cassintegrati, ed al vero e proprio disastro della nostra economia isolana? Qualcuno potrebbe chiedersi se è il caso di continuare a finanziare un accordo contrattuale per il quale non sono completamente d’accordo nemmeno quelli che i soldi li devono prendere?
Non vorremmo che per questo istituto contrattuale accada quello che spesso succede con i defunti che criticati in vita vengono poi rivalutati dopo la loro scomparsa. Speriamo che non si debba aspettare l’estinzione del rendimento per capirne fino in fondo il valore e la sua utilità. In quel caso sarebbe troppo tardi perché i rimpianti si sa, non hanno mai riportato in vita nessuno.