La Sala Operativa di Sassari chiude durante l’emergenza mal tempo lasciando soli i colleghi che devono affrontare eventuali pericoli e sostenere chi dovesse trovarsi in difficoltà a causa del maltempo. Una “denuncia” del Saf del 6 aprile scorso chiede spiegazioni al Direttore dello STIR di Sassari il quale risponde a breve giro di posta: il personale forestale che opera sul territorio, con la chiusura della Sala Operativa, non è stato “lasciato solo” perché nella notte del 19 marzo in servizio non c’era nessuno! Un ragionamento che non ci convince per niente ma per non passare per i “soliti sindacalisti” decretiamo il caso chiuso fino a che casualmente scopriamo invece che qualcuno in servizio c’era!
Malafede potrebbe gridare qualcuno, false dichiarazioni potrebbero obiettare i più giustizialisti o semplice negligenza di un direttore che non sa nemmeno chi è in servizio nella propria giurisdizione potrebbe essere il giudizio malizioso di qualche sindacalista, ma niente di tutto questo perchè i colleghi che erano in servizio quella notte sono proprio quelli dell’isola dell’Asinara di cui, com’è noto non si accorge mai nessuno! Sarebbe stato ben diverso se il direttore avesse dimenticato una stazione forestale o i nuclei come il Gauf (che in questo momento vanno più di “moda”) ma dei colleghi che lavorano su quell’isola che da sempre è fonte di dolore e sofferenza chi vuoi che se ne accorga?
Appare infatti, del tutto evidente la buona fede del direttore quando scrive di voler “tranquillizzare codesto sindacato che non sono state ne programmate ne effettuate uscite di pattuglie notturne” dimenticando certamente il personale che opera sull’isola ma in perfetta coerenza con quanto accaduto finora. Nessuno si è mai ricordato ad esempio di scrivere nell’accordo che garantiva i collegamenti con l’isola che nell’imbarcazione (attivata con contributi regionali) doveva poter transitare anche il personale CFVA costretto qualche volta, pur di tornare a casa, a pagarsi il biglietto; ne risulta che qualcuno abbia ricordato, a chi di dovere, la necessità di trovare dei nuovi locali per la Stazione Forestale visto che quelli attualmente in uso sono stati destinati ad altro. Il minimo che può succedere a chi opera in condizioni del genere è che nessuno si accorga nemmeno che sei in servizio.
Insomma un isola dimenticata che è solo fonte di problemi: personale che vorrebbe acqua potabile, la bombola per cucinare, il riscaldamento d’inverno e la pretesa di uscire (mare permettendo) ogni uno due giorni. Con queste richieste, ha proprio ragione il direttore di Sassari a volerli dimenticare! Ed allora perché il CFVA non esce definitivamente dall’isola e si chiede magari che questa torni ad essere un carcere? La gente da rinchiudere (e senza andare molto lontano) non mancherebbe di sicuro!