L’otto di agosto, il Comandante del CFVA, ha convocato (nel bel mezzo della campagna antincendio ed in piena emergenza con tanto di preavviso di allerta della protezione civile ) una riunione sindacale, mobilitando quasi 30 persone provenienti da tutta la sardegna, per parlare di risorse da destinare alle posizioni. Una scelta quantomeno azzardata per un organizzazione che sulla carta dovrebbe gestire le emergenze con tutte le risorse umane disponibili tanto da spingersi ad elaborare disposizioni anche in aperto conflitto con le norme che tutelano la salute e la sicurezza dei lavoratori. Così il piano antincendio che dice che possono essere revocati i nostri giorni di riposo e la circolare della direzione che dispone che si possono ridurre le ore di “recupero psicofisico” fra un turno e l’altro in netto contrasto con il contratto collettivo di lavoro.
Una convocazione che va in direzione esattamente contraria alla buona gestione del personale tanto più se relazionata al fatto che la riunione (il cui ordine del giorno era il salario di posizione) nella migliore delle ipotesi avrebbe deciso aumenti o restrizioni per i colleghi che hanno una posizione di qualche decina di euro. Eventuali risorse che comunque sarebbero arrivate a fine anno visto che la Ragioneria Regionale difficilmente avrebbe rinunciato alle ferie del proprio personale per mettere subito in pagamento il nostro eventuale accordo.
La ciliegina sulla torta è arrivata poi con la revoca della riunione arrivata via telefono soltanto qualche decina di minuti prima dell’inizio della riunione fissata per le 9 del mattino, quando oramai tutti i rappresentanti erano già in viaggio ed in particolare chi veniva dalle zone più lontane aveva già percorso centinaia di chilometri. Il risultato è stato che i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil, Saf e Safor assieme a numerosi rappresentanti RSU hanno lasciato il proprio lavoro in un momento di grave emergenza per una inutile, faticosa e deprimente gita presso la Direzione Generale di Cagliari.
Insomma non è bastato il periodo notoriamente “caldo” e nemmeno le previsioni “catastrifiche” (poi avverate) della protezione civile per far comprendere al Comandante l’inopportunità di una riunione in questo periodo, ma si è dovuto attendere “chi su fogu aribassidi a is peisi” la cui traduzione in italiano nel nostro personalissimo vocabolario significa: “dilettanti allo sbaraglio”!