Viviamo ormai da tanto tempo in una società dove l’immagine è fondamentale. La pubblicità esplicita, quella che vediamo tutti giorni alla televisione, sui giornali o nei cartelli per strada che ci consiglia auto straordinarie, yogurt miracolosi e stili di vita “felici”, è solo una piccola parte dei messaggi che vengono lanciati quotidianamente per “venderci” o convincerci di qualcosa. Qualche volta, seppur in forma diversa e con il solo fine di evidenziare il proprio ruolo e la propria utilità per la collettività, anche la politica, le istituzioni, o le amministrazioni pubbliche ricorrono ad una sorta di “pubblicità istituzionale”.
Spesso anche le situazioni drammatiche come un alluvione, un terremoto o un grosso incendio, sono state occasioni di “visibilità” nelle quali, oltre agli interventi ed eventuali soccorsi, si doveva dare un “occhio di riguardo” alla propria “immagine”. L’effetto di questa “preoccupazione” però finiva col dare la sensazione che le istituzioni mettessero in primo piano il proprio ruolo rispetto al disastro naturale e l’arrivo della politica era spesso recepito come una odiosa “passerella”. Non erano esenti da tutto questo nemmeno gli operatori delle forze di polizia che, nonostante l’emergenza, erano quasi sempre presenti, con tanto di divisa, dietro ogni giornalista inquadrato dalle telecamere.
Nella grande tragedia che ha colpito in questi giorni la nostra isola c’è stata l’impressione che questo fenomeno si sia attenuato. Non sono mancate le solite polemiche, dichiarazioni di ministri “male informati” e gli immancabili luminari del “senno del poi” ma complessivamente a tutti i livelli molta umiltà, compostezza e senso di rispetto per chi soffriva. Un grande lavoro dei nostri colleghi, di tutti gli operatori delle forze di polizia, vigili del fuoco, volontari, ente foreste e protezione civile che hanno operato incuranti della presenza o meno degli innumerevoli giornalisti e le loro telecamere. Personale che, di fronte alla immane tragedia, si è completamente messo a disposizione di chi aveva bisogno, anche oltre le proprie competenze, le proprie capacità e spesso oltre le proprie forze, offrendo tutto quello che poteva dare.
Finito forse il tempo delle “passerelle politiche” delle “dichiarazioni di circostanza” e del “presenzialismo” per l’era delle istituzioni realmente a fianco dei cittadini in modo sobrio e senza “competizione pubblicitaria”? Di sicuro per il CFVA solo poche immagini sui giornali, ma la grande soddisfazione (da condividere con tutti gli altri operatori) di aver strappato a chi ha perso tutto un “sorriso”, una “stretta di mano”, un “grazie” che resteranno impressi nella nostra memoria e nella nostra divisa più di qualsiasi medaglia o servizio televisivo.