Cambia il Governo e la Giunta Regionale perde pezzi: si dimette l’assessore Demuro. Per la riforma del CFVA ed il nuovo contratto di lavoro nuove incertezze

cadooniIl terremoto politico dovuto al risultato del referendum crea effetti collaterali anche in Sardegna dove gli assessori all’agricoltura ed al personale lasciano la Giunta Regionale. Dietro le quinte poi la politica è completamente assorta a riorganizzarsi e programmare strategie ed equilibri accantonando ogni attività ordinaria.

I tempi delle “risposte politiche”, che come noto non sono mai stati veloci, si allungano ulteriormente ed i nuovi interlocutori (quando arriveranno) dovranno come sempre ripartire da zero. Così come successo all’oramai ex assessore al personale Gianmario Demuru, che solo dopo un lungo periodo di assestamento, aveva iniziato a capire la Regione ed in particolare i problemi del CFVA. Pur dopo molto tempo è stato anche grazie al suo impegno che si è risolta l’annosa e complicata questione delle progressioni.

Anche sulla riforma del Corpo solo dopo una lunga fase di incontri e trattative si è arrivati ad una maggiore consapevolezza da parte della Giunta e della politica in generale sulle questioni relative al CFVA. Per la prima volta esistono due disegni di legge già presentati in Consiglio (dalle forze di maggioranza) e la volontà della Giunta espressa nella bozza di riforma nelle quali si dice che la nostra indennità d’istituto deve essere avvicinata a quella delle altre forze di polizia ed a quella corrisposta al personale forestale delle altre regioni e provincie autonome.

Anche sul fronte pensioni, con una iniziativa coordinata dal Corpafor (supportata in Sardegna da SAF, Cgil, Uil, Sadirs e Fedro) si sarebbe dovuto presentare, a cura della Valle D’aosta (i cui vigili del fuoco sono dipendenti regionali ed a cui viene già riconosciuto lo scivolo riservato alle alle forze di polizia) un emendamento alla legge di stabilità che riconoscesse al personale dei corpi forestali di regioni e provincie autonome le stesse prerogative in materia di pensioni anticipate riservate alle forze di polizia. Certo i parlamentari ed i senatori che finora abbiamo sensibilizzato fra cui i promotori dell’iniziativa sono rimasti al loro posto ma di sicuro i tempi si allungano.

Dopo un lungo periodo di blocco dei contratti e provvedimenti inutili e mortificanti come la riduzione del valore dei nostri buoni pasto sembrava intravedersi un inversione di tendenza che, a nostro parere, non può fermarsi o subire ritardi. Le politiche del rigore sul rinnovo dei contratti degli anni scorsi, infatti, hanno impoverito i lavoratori, bloccato i consumi e di conseguenza ridotto la crescita e l’economia. Chiunque governi deve tenere conto di questo.