La regione Sarda ha scelto, con la istituzione del Corpo Forestale regionale, da oltre trent’anni di dotarsi di una propria organizzazione antincendio che garantisce uno standard di efficienza superiore a qualsiasi altra regione Italiana. Questo ha consentito di salvare patrimoni ambientali, assicurare alla giustizia pericolosi piromani e garantire sicurezza ai cittadini che nel periodo di maggiore pericolosità per gli incendi spesso trascorrono le loro vacanze in località quanto belle tanto pericolose.
In questi anni abbiamo lamentato una serie di questioni che avviliscono e mortificano il personale del Corpo ma per noi non c’è stata nessuna risposta se non solo tagli e restrizioni. Non solo non c’è stata da parte di questa amministrazione alcuna attenzione ai nostri problemi contrattuali (nessuna direttiva della Giunta al Coran ed un disegno di legge che vorrebbe riesumare norme contrattuali medioevali) ma nemmeno una tutela adeguata dell’immagine e dell’operato della nostra Istituzione.
Stiamo assistendo in questi giorni, senza alcuna replica da parte della nostra amministrazione, a delle vere e proprie speculazioni da parte dei sindacati dei Vigili del Fuoco che pur di racimolare dalla Regione qualche euro non esitano a sminuire e denigrare il nostro operato. Vanno dichiarando da settimane nei principali quotidiani che durante le ore notturne sarebbero soltanto loro ad operare sugli incendi boschivi mentre tutti gli altri resterebbero “comodamente a casa”.
Dichiarazioni che fanno certamente sorridere gli operatori del settore o semplicemente la “gente di campagna” ben coscienti del fatto che chi non conosce perfettamente il territorio e non ha i mezzi adatti, non può spegnere gli incendi boschivi nemmeno di giorno figuriamoci la notte. Ma quale opinione si fanno più in generale i cittadini sardi di fronte a queste informazioni?
Paradossalmente nella giornata di ieri, mentre sulla “Nuova Sardegna” si dava spazio alle affermazioni “sulla nostra presunta inefficienza notturna” del sindacalista della CISL, sull’Unione Sarda si riportava la Cronaca dell’Intervento sull’incendio nel parco di Molentargius a ridosso delle case di Quartu in cui (con tanto di foto di autobotte) si parlava di intervento dei Vigili del Fuoco (senza che nessuno li abbia visti intervenire) e quasi nessun riferimento al Corpo Forestale che invece ha coordinato ed assieme ai volontari spento, bonificato l’incendio ed attivato i rilievi e le indagini di polizia giudiziaria.
Nessuno di noi, sia con indosso la divisa da Vigile del Fuoco o quella da Forestale è in cerca di medaglie o particolari visibilità e siamo tutti semplici lavoratori, servitori dello Stato e del popolo sardo in particolare, ma la domanda che ci poniamo è: questo continuo martellare da una parte e la totale assenza dall’altra quale immagine dà del Corpo Forestale e del nostro lavoro all’opinione pubblica?
Noi siamo certamente favorevoli alla convenzione con i vigili del fuoco i quali, oltre a svolgere bene il loro lavoro, contribuiscono certamente alla buona riuscita della campagna antincendio, ma viene da chiedersi se l’Assessore alla difesa all’ambiente sia a conoscenza che al personale del Corpo Forestale impegnato sul territorio, la Regione non solo non garantisce alcuna mensa, ma addirittura non corrisponde da anni il buono pasto per il personale che opera sugli incendi con “turno a scavalco” previsto dal vigente contratto integrativo.
Ci chiediamo come sia possibile che la Regione paghi lo straordinario ai vigili del fuoco (dipendenti dal ministero degli interni) per restare in servizio nelle basi a disposizione delle emergenze antincendio, mentre il personale del Corpo Forestale (dipendente della Regione) deve invece restare a disposizione delle emergenze in regime di reperibilità (con l’obbligo di trovarsi nel posto di lavoro entro pochi minuti dalla chiamata) e con una retribuzione che nonostante le costanti proteste è rimasta di 70 centesimi/ora (lordi) che vengono pure sottratti in caso di chiamata.
Che dire poi delle risorse per l’acquisto dei mezzi “antincendio boschivo” concessi ai vigili del fuoco con soldi della regione, a fronte di molti dei nostri mezzi antincendio, alcuni vecchi di trent’anni, ed altri che oramai cadono a pezzi, con oltre 300 mila kilometri percorsi su impervi sentieri di montagna portandosi dietro passeggeri e gli oltre 5 quintali di modulo antincendio.
Sarebbe auspicabile per il bene della nostra istituzione e soprattutto per la Sardegna e i Sardi che ci fosse maggiore dialogo fra politica, dirigenza e rappresentanti dei lavoratori e non essere costretti invece ad affidare le nostre proteste all’opinione pubblica (sono quasi due anni che non abbiamo più notizie del comandante del Corpo). Ma anche maggiore attenzione alla difesa dell’immagine e del nostro operato anche attraverso una maggiore e corretta informazione agli organi di stampa. Il diritto dei cittadini di conoscere quali servizi pubblici e quale ruolo svolgiamo nell’interesse comune ma anche una necessità utile a tutti per evitare scelte sciagurate come la recente soppressione del Corpo Forestale dello Stato.