Polemiche fra sindacati? Anche l’occasione per capire meglio le questioni contrattuali sulle progressioni!

In un comunicato di qualche giorno fa gli amici del Safor si ponevano alcuni interrogativi su alcune dichiarazioni “contrastanti” del SAF sull’accordo delle progressioni del 2009 espresse prima all’atto della sottoscrizione (nel 2009) e poi in un recente comunicato che faceva il punto sulle attuali progressioni. Non è la prima volta che i nostri colleghi del Safor non capiscono le nostre posizioni ma noi non ci arrendiamo … e proviamo di nuovo a spiegarci fiduciosi che prima o poi riusciremo a farci capire.

Come è possibile dice giustamente il Safor che nel 2009 si esprima apprezzamento, in un comunicato unitario, sul contratto allora appena approvato sulle progressioni, ed oggi, (dopo solo alcuni anni!), scriviamo che non ci piace nel modo in cui questo viene applicato?

Facciamo un po’ di cronistoria per ricordare come sono andate le cose:

Nel contratto del 2009 si stabilisce che ogni anno andranno nel fondo delle progressioni le risorse appositamente stanziate dal CCRL, quelle derivanti dai risparmi delle indennità varie e le maggiorazioni retributive, nonché le RIA (retribuzioni individuali di anzianità) dei colleghi che vanno in pensione. Stabilisce inoltre la separazione delle risorse per il personale CFVA che da quel momento saranno distinte dagli altri dipendenti della Regione (art. 2). Norme che non erano certamente fini a se stesse, ma regole che hanno portato nella casse delle attuali progressioni quasi 300 mila euro per il CFVA e che a febbraio prossimo andranno (con tanto di scongiuri) direttamente nelle tasche dei colleghi.

L’accordo prevedeva inoltre (art. 3) che ci fosse una corsia preferenziale per il personale che nell’accordo del 2005 fu escluso dalle progressioni. Cosa che, a nostro parere, il Safor avrebbe fatto meglio a condividere, perché rendeva giustizia ai colleghi che qualche anno prima erano “rimasti a guardare”. Con loro i sindacati avevano preso un impegno e per quello che ci riguarda noi lo abbiamo mantenuto. Esattamente quello che a nostro parere dovremo fare (se l’accordo supera indenne i ricorsi che già si annunciano) per tutti i colleghi che non rientrano oggi in queste progressioni.

Elementi che in quel momento ci fecero condividere quell’accordo anche se ritenemmo comunque di specificare la nostra posizione ed esprimere anche alcune critiche in una specifica dichiarazione a verbale.

Nel 2009, al momento della firma dell’accordo,  però, nessuno di noi avrebbe potuto prevedere la data della decorrenza per le Progressioni (nemmeno Nostradamus avrebbe azzeccato che il Consiglio Regionale integrava in modo sostanziale le risorse dal primo gennaio 2010) rimandando quindi la scelta di una data per una decorrenza precisa ad un accordo successivo. Tantomeno si poteva sapere poi che ci sarebbe stato il DL 78 di Tremonti ed il conseguente blocco di qualsiasi aumento per i dipendenti pubblici.

Nel dicembre 2010 abbiamo sottoscritto poi un nuovo accordo con il CORAN con la previsione di una unica graduatoria e la distribuzione delle annualità precedenti sotto forma di salario di rendimento. Accordo mai ratificato in quanto contratti pressoché identici sono stati tutti “falcidiati” dall’azione della Corte dei Conti che oltre a dichiararli illegittimi ha disposto per il totale recupero delle risorse (così come previsto dall’art.9 del DL 78/2010) da parte delle Amministrazioni interessate.

Nell’estate del 2011 infine si è tentata, ma senza successo, un ultima “disperata” azione (con Cgil, Cisl e Uil) per la modifica del collegato alla legge finanziaria che però non ha trovato ne la condivisione dell’Assessore Floris ne delle restanti organizzazioni sindacali … Tutto il resto poi è storia recente.

Appare chiaro che l’accordo è pesantemente condizionato dai vincoli che derivano da leggi dello Stato che incidono poi sulla possibilità di modificare i Contratti e impongono scadenze temporali improrogabili. Norme che noi abbiamo definito in un recente comunicato “questo schifo di regole” per esprimere il fatto che ci hanno impedito di migliorare un accordo, certamente comunque vantaggioso, ma che con qualche piccolo aggiustamenti avrebbe trovato un consenso ed una condivisione fra colleghi certamente migliore.