Pausa caffè: per il TAR di Trento è un “comportamento non conforme a canoni di diligenza e scrupolo professionale”

Il TAR di Trento respinge il ricorso presentato da un poliziotto che contestava il procedimento disciplinare attivato nei suoi confronti per aver lasciato, all’inizio turno, per soli tre minuti il suo posto di lavoro per andare alla macchinetta a prendere un caffè.

Il poliziotto, in servizio presso il palazzo del rappresentante del Governo, avrebbe dovuto iniziare il suo turno alle 7 del mattino ma di fatto non era stata trovato al suo posto da un collega che aveva aspettato il suo arrivo per 8 minuti. Nella relazione che poi è stata portata nella commissione interna che ha deciso sul provvedimento disciplinare, viene scritto che l’agente è arrivato ad aprire la porta indossando ancora gli abiti civili e tenendo in mano un bicchierino di caffè e una bottiglietta d’acqua, entrambi prelevati dal distributore automatico che si trova all’interno dell’edificio. L’agente si era difeso spiegando di essersi fermato solo per tre minuti e quindi di non aver abbandonato il posto di lavoro ma di essersi solo temporaneamente assentata per giustificato motivo.

“Quanto, poi, al ritiro di acqua e caffè dal distributore automatico, esso non appare certo l’esercizio di un diritto costituzionalmente garantito, indebitamente conculcato dall’amministrazione, come impropriamente enfatizzato dall’interessata, ma solo un comportamento (forse diffuso, ma ) anche esso non conforme a canoni di diligenza e scrupolo professionale, in base ai quali non sembra certo decoroso andare a prendere il caffè immediatamente all’inizio del turno, quando si presume che una persona già abbia fatto la colazione mattutina”.

Sentenza del TAR di Trento sulla pausa caffè