Vi sono molti elementi che incidono nell’evoluzione dell’incendio e che condizionano quindi pesantemente tutte le operazioni di spegnimento ma almeno due aspetti risultano fondamentali in tutte le circostanze: la tempestività di intervento e la conoscenza del territorio e dei mezzi a disposizione.
Elementi fondamentali che qualche volta non sono in perfetta sintonia con la dislocazione territoriale del personale rispetto alle strutture che, durante il periodo antincendio, si aggiungono a quelle operanti tutto l’anno: COP, COR, basi antincendio, nuclei investigativi, unità di crisi e Gauf.
Succede infatti, che in alcuni casi le percorrenze eccessive e gli spostamenti continui causano un effetto che non è quello che si vorrebbe ottenere. Un esempio lo è certamente la disposizione di servizio che stabilisce che il personale della stazione forestale di Alghero deve prestare servizio presso la base elicotteri di Alà dei Sardi (distante 134 km). Da non sottovalutare poi che per il personale che non risiede nella sede di lavoro, queste percorrenze si aggiungono a quelle che comunque si fanno da casa alla sede di servizio: alla stazione forestale di di Nulvi, succederà, che il collega che deve percorrere 40 km per viaggiare da ad esempio da Sassari si troverà a doverne fare altri 100 per raggiungere la base. Alla fine della giornata, se tutto è andato bene e non ci sono stati incendi, avrà fatto 13 ore di lavoro se invece ci sono state emergenze con l’elicottero che rientra alle “effemeridi” saranno 15-16 (sempre che non venga richiamato in servizio perché comunque reperibile d’ufficio).
Una delle cose principali della operatività di una struttura complessa come la nostra è la “ottimizzazione” della gestione del personale. Gli spostamenti fuori misura o eccessivi carichi di lavoro possono essere elementi che incidono negativamente sulla riuscita di una buona organizzazione antincendio. Se ad esempio il nucleo Gauf (chiamato a svolgere il delicatissimo ruolo di un eventuale controfuoco) deve affrontare percorrenze che (ad esempio per il nucleo di Cagliari) vanno da Teulada a Muravera o da Arbus a Villasimius c’è il rischio che oltre a costringere il personale a lunghi ed estenuanti spostamenti si arrivi sempre sulle emergenze quando non è più possibile realizzare interventi efficaci.
A nostro parere occorre gestire con maggiore attenzione la dislocazione del personale valutando con attenzione il fatto che ogni volta che si toglie un collega dalla propria stazione si toglie un elemento che conosce il proprio territorio e può agire tempestivamente sull’eventuale emergenza. Succede invece che con molta facilità vengano inseriti in nuclei o attività diverse anche i comandanti di Stazione che rappresentano invece un riferimento essenziale nella gestione di una eventuale emergenza nella propria giurisdizione.
La gestione delle risorse umane deve essere fatta secondo le norme e nell’interesse della collettività. Avere personale che lascia la propria postazione per lunghe ed estenuanti percorrenze non è interesse di nessuno. Tanti anni fa, un collega che “non si tirava mai indietro”, dopo un lungo servizio pomeridiano protratto per tutta la notte, è morto tornando a casa schiantandosi su un guarda rail a causa di un “colpo di sonno” . Una morte a cui riusciamo a dare un senso solo pensando che il suo sacrificio ci abbia insegnato che l’entusiasmo e la passione per il nostro lavoro non si deve mai trasformare in una trappola mortale.