Chissà se da lassù Antonio Cargiaghe se la ride nel vedere la pochezza della nostra amministrazione nell’affrontare qualsiasi situazione che presenti anche la più piccola difficoltà. Era un forestale che ne aveva viste tante ma anche per lui sarebbe stato difficile immaginare che il giorno del suo funerale si sarebbe contraddistinto per le sanzioni disciplinari dei colleghi che hanno voluto presenziare con quei fregi e quei colori che lo avevano accompagnato per tutta la vita lavorativa.
Tutto ha inizio durante una verifica disposta dall’Ispettorato (a seguito di una segnalazione precedente al funerale di un collega della stazione di Sassari, in aperto contrasto con il suo comandante) effettuata da un ispettore ed un ufficiale inviati dal Direttore (nei giorni successivi al funerale) per accertare le accuse contenute nella segnalazione. In quella sede il collega (autore della prima missiva) rincara la dose e con tanto di verbale, dichiara ai due ufficiali di PG, la presenza alla cerimonia funebre del Comandante della Stazione forestale di Sassari, non autorizzata, fuori servizio e con tanto di mezzo dell’amministrazione.
A poco e servito poi spiegare al Capo Ispettorato che il Comandante incriminato ha partecipato alla funzione religiosa in divisa e con automezzo di servizio per rappresentare la nostra amministrazione, a nulla è servito rimarcare il senso della nostra presenza in un ambito in cui erano presenti altre istituzioni con i loro mezzi e le loro divise o che, abitando nella stessa città in cui si teneva la funzione religiosa, avrebbe fatto meno chilometri con la sua auto andando direttamente al funerale che recandosi alla Stazione per utilizzare il mezzo di servizio.
Nulla da fare per la integerrima dirigenza Sassarese che non transige e inoltra immediatamente la prima sanzione disciplinare. Si scopre poi che al funerale erano presenti anche altri colleghi in servizio “non autorizzati” (?) i quali non tardano a ricevere l’avviso di ulteriori procedimenti disciplinari tanto da rendere grottesca una situazione che si sarebbe dovuta risolvere semplicemente affrontando i conflitti all’interno della stazione e non certamente coinvolgendo fatti assolutamente irrilevanti rispetto alla doverosa presenza istituzionale di tutti i colleghi che hanno partecipato al funerale. Completamente scomparsi il buon senso ed il rispetto per i sentimenti che avrebbe richiesto la triste circostanza.
Lasciano ulteriormente perplessi poi le motivazioni della sanzione disciplinare che è stata erogata non perché c’è stato un utilizzo “personale” del mezzo (che sarebbe peculato) ma semplicemente “un uso non conforme alle disposizioni vigenti”. Ma quali sono le disposizioni vigenti? Non risulta da nessuna parte un elenco delle cose che possiamo o non possiamo fare con gli automezzi e visto che questi non vengono utilizzati per sedere dietro una scrivania, ma bensì per affrontare gli imprevisti che si presentano quasi giornalmente sul territorio, anche attività “abituali” come cambiare itinerario o soccorrere qualcuno, non essendo contemplate, pur fatte nell’interesse dell’amministrazione e della nostra comunità possono, a discrezione del dirigente, diventare oggetto di sanzione disciplinare.
E notizia di questi giorni che l’Amministrazione abbia provveduto a pagare ulteriori spese per una serie di trasferimenti risultati poi illegittimi alleggerendo le casse della Regione di oltre cento mila euro. Al Dirigente responsabile di quel provvedimento però nessuna sanzione disciplinare ed il massimo del punteggio raggiungibile al fine del salario di rendimento. Non vogliamo certamente fare “di tutta l’erba un fascio” ed è corretto precisare che ci sono direttori (dirigenti o solo facenti funzioni) che svolgono il loro dovere con impegno e competenza ma la legge può essere così diversa fra “servitori” della stessa amministrazione? O semplicemente (anche nel nostro piccolo) la “casta” è forte con i deboli e sopratutto protegge se stessa?
Un documento della CISL in difesa del Comandante di Sassari
Le precisazioni della CGIL sul collega che ha denunciato il Comandante