“a chi troppu e a chi nudda” la gestione spesso “incomprensibile” di alcuni istituti contrattuali

CUILEI colleghi del CFVA assegnati alla sezione di PG della Procura di Cagliari, sono gli unici, fra i 6.000 dipendenti della Regione a cui viene applicato il nostro contratto, a non percepire i buoni pasto. Il motivo è che l’Ispettorato di Cagliari con una stravagante interpretazione del Contratto stabilisce che non ne hanno diritto.

Il ragionamento del funzionario a capo dell’ufficio del personale con il pieno supporto del direttore del servizio è basato sul fatto che “siccome gli orari che vengono svolti in Procura non coincidono ne con quelli degli uffici e tanto meno con quelli delle stazioni forestali” questi colleghi non hanno diritto al servizio mensa.

A nulla è valso finora spiegare che l’articolo 86 del vigente contratto stabilisce chiaramente che il servizio mensa deve essere garantito a tutti i dipendenti la cui attività lavorativa comporti semplicemente  “la presenza anche in orario pomeridiano“. Una vera e propria beffa per il colleghi assegnati alla sezione di PG che vedono riconoscere questo diritto anche (lo specifica lo stesso articolo) al personale dell’Ersu che lavora e consuma il proprio pasto nelle mense dell’Amministrazione.

Non ha fatto cambiare idea ai vertici dello Stir nemmeno la minaccia (formalizzata dal sindacato) di un azione legale. Probabilmente anche per il fatto che comunque, anche nel caso si verificasse l’ennesima causa persa, pagherà sempre e comunque “mamma regione” e come da consuetudine (a differenza dei “comuni dipendenti”) per il dirigente nessuna conseguenza  nemmeno nelle proprie valutazioni.

Sulla questione dei buoni pasto, il Saf a tutela dei propri iscritti ha già dato mandato ai propri legali, ma su istituti contrattuali chiari, evidenti e consolidati come questi c’è soltanto superficialità, poca conoscenza delle norme o invece dietro si nasconde un vero e proprio accanimento contro questi colleghi?

Insomma le norme contrattuali possono essere certamente  interpretate ed adattate alle varie situazioni lavorative con effetti diversi anche nella busta paga, ma che nello stesso Ispettorato queste consentano il record del pagamento di 600 ore di straordinario per qualcuno e la negazione dei diritti elementari come i buoni pasto, per qualcun altro, ci sembra davvero troppo.