Molto spesso si parla della riforma della legge 26 come la soluzione a tutti i nostri problemi, una legge vecchia di trent’anni, si dice, che dovrebbe essere aggiornata ed adeguata alle reali esigenze del Corpo. Andando a rileggerla con attenzione però scopriamo che è stata spesso modificata, in parte abrogata, e superata talmente tante volte che quello che resta di questa legge oggi è davvero molto poco.
Rispetto al 1985 il Corpo è cresciuto con norme e provvedimenti spesso estemporanei e scollegati fra loro ma che di volta in volta affrontavano singole questioni tracciando comunque una strada ben diversa da quella tracciata in origine dalla legge istitutiva. Nel tempo abbiamo ceduto ai “cugini” dell’Ente foreste i nostri vivai forestali dove, fra le tante specie, si allevavano (e si regalavano) milioni di piantine di eucaliptus. Così come sono spariti i cantieri forestali e le relative assunzioni di operai che male si adattano ad un corpo di polizia che dovrebbe essere sempre al di sopra da aspetti meramente gestionali.
Abbandonati i ruoli tecnici sono nate le specializzazioni come le Basi Navali, gli istruttori di tiro (più di recente quelli di tecniche operative) ed i nuclei di indagine sia nella lotta agli incendi sia nei reati ambientali in genere. Si è costruito uno stretto rapporto di collaborazione con la Magistratura attivando all’interno delle Procure (addirittura molti anni prima del CFS) le sezioni di polizia giudiziaria.
Nessuna traccia della legge 26, nemmeno per quanto riguarda l’attuale ordinamento del CFVA ed i vecchi gradi (Guardia, Brigadiere ecc.) hanno lasciato il posto alle successive modifiche contrattuali che hanno introdotto gli attuali Agente, Ispettore e Commissario. Anche il reclutamento cambia, ed oltre ad aver inserito il titolo di studio di diploma già per l’accesso al ruolo Agenti, anche nel ruolo Ispettori e Commissari (il cui accesso era previsto dalla legge 26 esclusivamente dall’esterno) le successive norme di modifica hanno consentito la possibilità a numerosi colleghi di partecipare e vincere un concorso interno.
Nessuna traccia poi del Contratto pubblicistico previsto con la 26 dove i passaggi di grado erano si automatici (salvo parere negativo nelle “note caratteristiche”) ma senza alcun aumento di stipendio. Un sistema sostituito dalle attuali progressioni che nonostante molti “mal di pancia” hanno almeno portato qualche piccolo aumento anche a chi (ispettori superiori e assistenti capo) era a fine carriera e con il vecchio sistema non avrebbero potuto aspirare ne a gradi ne a nuovi livelli retributivi.
Anche nella lotta agli incendi, nella quale siamo sempre stati un riferimento indiscusso, rispetto alla vecchia legge 26 abbiamo attivato nuovi e più efficaci sistemi di indagine e non abbiamo mai smesso di interrogarci sulla possibilità di migliorare l’efficacia della nostra azione di spegnimento anche con attività “sperimentali” come quella del GAUF. Ne si arretra di fronte alle nuove competenze successive alla legge del 1985 come ad esempio quella sull’agro alimentare (ultima arrivata) per la quale si sono già attivati i corsi per la formazione del personale.
Occorre però una riforma organica del CFVA che metta ordine sulle numerose “norme sparse” e delinei competenze, obiettivi ed il ruolo di una istituzione che deve sempre essere contemporanea ai tempi, alle difficoltà ed alle esigenze dell’ambiente e dei cittadini. Ancora qualche giorno ed avremo un nuovo interlocutore politico con il quale iniziare un percorso… come si dice: speriamo bene!