Dal primo di maggio è partito il nuovo portale CFVA che fa parte del più ampio progetto di informatizzazione della Regione che è iniziato già da molti anni. Un adeguamento “ai tempi” della nostra struttura, non certo gratuito, che almeno sulla carta avrebbe dovuto migliorare “l’efficienza e l’efficacia” di tutta l’amministrazione regionale semplificando i flussi informativi compresi la gestione del personale e la rilevazione delle presenze.
Un investimento non certo indolore visto i costi milionari di programmi realizzati “su misura” e la successiva gestione della struttura informatica (in gran parte affidata a società esterne) che coinvolge ed impegna anche un elevato numero dei dipendenti. In alcune stazioni forestali, ad esempio, da anni si sperimenta la rilevazione automatica delle presenze senza che venga presa la decisione di estenderla a tutte o interrompere. Quali sono i costi da pagare ad una società esterna per realizzare o modificare un apposito software che colleghi, gestisca e trasmetta i dati da uno “sperduto paesino della Sardegna” sede di stazione forestale nel quale prestano servizio 7/8 operatori del CFVA?
Non dimentichiamo infatti che l’aspetto economico non può essere sottovalutato visto che viviamo in tempi nei quali, su ogni richiesta o rivendicazione, non fanno che ripeterci che “non ci sono più soldi”. Pertanto blocco dei contratti, taglio di due euro sui buoni pasto, niente straordinario ed in caso di trasferta “divieto” di fermarsi a pranzo. Spendere milioni di euro per un imponente rete fra stazioni forestali ed uffici superiori solo per sapere quali orari effettua il personale parrebbe quantomeno inappropriato.
Altro aspetto da non sottovalutare è la questione del tempo che occorre per gli adempimenti di routine ed il fatto che spesso le linee ed il numero delle postazioni informatiche sono inadeguate rispetto al personale, ne consegue che tutto il tempo dedicato al nuovo portale andrà in sottrazione al servizio in campagna. Elementi negativi che si sommano alla laboriosità dei programmi (nel caso del mod. 7ris richiede la stessa password un numero esorbitante di volte) che comportano per tutto il personale, ma soprattutto per il comandante della stazione, un impegno ed una quantità di tempo molto superiore rispetto ai vecchi adempimenti cartacei, senza ottenerne dei benefici. Il vecchio MOD.7 ris. inoltre consentiva a tutti i componenti della stazione, anche dopo un periodo di assenza e dopo una veloce consultazione, di capire quali attività erano state poste in essere durante l’assenza, chi aveva operato e chi era assente, in modo tale da rimettersi al passo degli altri in breve tempo. Tutto questo con il nuovo portale ci viene precluso, tanti dati vengono immessi, ma non sono leggibili e/o utilizzabili in tempi rapidi dal personale (esempio: schermata riepilogativa con personale in servizio/assente/ufficio, orari, tipologia del servizio etc.).
Non si discute certamente sul fatto che occorre restare al passo con i tempi, lasciando “su connottu” a cui spesso ci affezioniamo troppo, ma se questa informatizzazione “selvaggia” non rende più liberi i colleghi che operano sul territorio dagli adempimenti burocratici ed ha dei costi che incidono sulle casse della regione in un momento delicato di crisi qual’è la sua vera utilità? Torna oggi alla memoria la avveniristica tecnologia del telerilevamento che in quegli anni di grandi cambiamenti informatici e tecnologici sembrava la strada obbligata verso il futuro. Una vicenda che, alla luce dei risultati ed a fronte delle decine di milioni di euro spesi, avrebbe dovuto insegnare a tutti che anche fra le innovazioni occorre saper scegliere ed utilizzare quelle che valutati i costi-benefici sono veramente utili al nostro lavoro.