Sanzioni o vessazioni disciplinari? Nel CFVA puniti severamente errori banali o addirittura opinioni con un inaspettato accanimento sempre però a senso unico

albero innevatoL’amministrazione, anche negli ultimi tempi, è ricorsa a procedimenti disciplinari nei confronti del personale CFVA, per motivazioni spesso infondate, anche ricorrendo a macroscopiche forzature con un inaccettabile accanimento che nulla ha a che fare con l’istituto contrattuale che dovrebbe servire a sanzionare comportamenti non conformi alle regole.

Soltanto qualche settimana fa, ad esempio, alcuni colleghi sono stati accusati di “truffa” per aver compilato in modo non corretto il “modello sette informatico” (a cui, con una evidente forzatura, si è voluto dare valore di rilevazione delle presenze) e nei loro confronti si è attivato un procedimento disciplinare per licenziamento. In pratica avrebbero scaricato il servizio svolto solo dopo alcuni giorni e non avrebbero riportato correttamente che uno dei tre colleghi (che nella predisposizione dei turni doveva essere con loro in servizio) aveva presentato un certificato medico e risultava invece in malattia. Nessuna difformità nel prospetto giornaliero delle presenze ma l’irreprensibile responsabile dell’ufficio personale di Sassari avvia una pratica di procedimento disciplinare presso l’ufficio del personale di Cagliari al pari “dei furbetti del cartellino”.

Che dire poi del collega che aveva apertamente criticato (attraverso il nostro sito) l’operato politico dell’Assessore del Personale Gianmario Demuro riferendosi alle questioni contrattuali del nostro lavoro (progressioni professionali) che lo avevano chiaramente penalizzato. Gli venne applicata una sanzione disciplinare non su richiesta dello stesso Assessore, che pur ne aveva piena facoltà e capacità, ma dal Comandante del Corpo che “più realista del re” ritenne di doverne prendere le difese. Vietato quindi nel CFVA lamentarsi anche quando si subisce un torto ed è sufficiente che un centinaio di colleghi esprimano civilmente in una lettera la loro opinione sul futuro del Corpo per essere etichettati come “sedicente organizzazione”.

Altro caso eclatante si è verificato alla fine della scorsa campagna antincendio quando due colleghi subiscono un procedimento disciplinare per aver “omesso” (secondo lo Stir di Lanusei e la direzione CFVA) di fare una sanzione amministrativa sulla base di una segnalazione di un cittadino che attestava che il giorno precedente aveva visto una persona gettare un mozzicone di sigaretta dal finestrino. Il fatto documentato dalla foto/video della targa dell’auto fatta da una bambina di circa 13 anni.  In quella circostanza i due colleghi (fra cui uno comandante della Stazione e l’altro con 26 anni di servizio) hanno spiegato che non vi erano le condizioni di legge per applicare una sanzione amministrativa. Il cittadino però (residente a Cagliari) non contento della risposta ricevuta dai colleghi si rivolge alla direzione generale del CFVA dove viene ricevuto dal direttore del Servizio Vigilanza in persona, il quale subito dopo averlo “rassicurato” attiva un procedimento disciplinare nei confronti dei colleghi ed il 19 agosto di quest’anno scrive: “questo servizio ha provveduto a tutelare l’ immagine del Corpo presso il segnalante e prendere in carico la segnalazione e il filmato e ottemperare agli adempimenti di polizia amministrativa istituzionali”.

A nulla valgono i chiarimenti dei colleghi rispetto all’accusa di non aver applicato la sanzione amministrativa, le loro giustificazioni vengono ritenute “insufficienti e non condivisibili” e pertanto viene erogata la sanzione disciplinare. La cosa però non passa inosservata ed il SAF, attraverso i suoi legali, chiede tutti gli atti anche per capire su quale base si può fare una sanzione amministrativa solo su affermazioni di un qualsiasi cittadino che riferisce fatti accaduti il giorno prima (e quindi non più verificabili) la cui unica “prova” è fornita da una bambina.

La risposta che ricevono i nostri avvocati lascia sbigottiti tutti: la Direzione CFVA risponde che non è stata fatta nessuna sanzione amministrativa per la “cicca lanciata dal finestrino” ed il procedimento disciplinare, dopo l’intervento dei legali del SAF, è stata annullato!

La domanda che ci poniamo è perché questo accanimento? Perché scrivere il falso e sostenere che il 18 agosto (nota a firma del direttore del Servizio Vigilanza del CFVA) “si è provveduto ad ottemperare agli adempimenti di polizia amministrativa istituzionali” (per i quali i colleghi erano accusati di “omissione”) provvedendo poi sulla base di questo il 12 ottobre (ad oltre 60 giorni dalla segnalazione e quindi ben sapendo che non si era fatto alcun atto di polizia amministrativa) ad irrogare la sanzione disciplinare? Perché soltanto una volta “scoperto il gioco” attraverso la richiesta degli atti depositata dai nostri legali si fa clamorosamente retromarcia ed il 5 dicembre in tutta fretta si annulla il procedimento disciplinare?

Si legge in una nota del 7 dicembre a firma del Direttore del Servizio Vigilanza della Direzione consegnata ai nostri legali che “non si è ritenuto di procedere ai sensi della 353 del  2000 per la mancanza di presupposti di potenziale innesco del fuoco”. Insomma, a parte il pressapochismo sulla norma da applicare, ma visto che la fantomatica cicca sarebbe stata lanciata il 3 di agosto, ci volevano 4 mesi ed un intervento legale per capire che ormai era spenta?

Non solo sanzioni disciplinari infondate ma trasferimenti fatti senza regole che spesso vengono utilizzati per premiare o punire il personale di cui solo una parte finisce per alimentare la caterva di ricorsi che in molti casi hanno prodotto esborsi di denaro pubblico del quale nessuno pare mai rispondere. Che dire infine della sospensione delle qualifiche attivate dalla Direzione CFVA attraverso segnalazioni al rappresentante del governo (spesso discrezionali e solo qualche volta tempestive) disposte per colleghi anche solo per un semplice avviso di Garanzia. Colleghi a cui sono state tolte le qualifiche, le indennità, sono stati trasferiti lontano da casa ed al momento dell’assoluzione con formula piena nemmeno una pacca sulla spalla.

Si tratta di fatti gravi che stridono con il nostro ruolo e con le qualifiche di Polizia che impongono equilibrio e serenità nelle valutazioni. Un Magistrato di grande spessore scomparso in questi giorni, Maurizio Santoloci, quasi 27 anni fa durante il corso per Guardie Forestali ci insegnò che nella polizia giudiziaria ed in quella amministrativa i primi giudici eravamo proprio noi con la nostra divisa ed il nostro lavoro sul territorio.

Può funzionare un amministrazione nella quale manca la serenità e viene sanzionato il personale anche per cose infondate o irrisorie con un inaspettato accanimento, mentre c’è chi vorrebbe godere della più totale immunità qualsiasi sia l’entità dei propri errori? Noi riteniamo di no. Se qualcuno è convinto del contrario sta commettendo un errore clamoroso.

S.T.