Il 19/11 si è riunito il comitato FITQ che aveva il compito di approvare i bilanci 2007/2010 (peraltro già certificati dai revisori della Corte dei Conti) e dai quali risalta la sofferenza che il fondo ha ed ha avuto per tutta una serie di vicissitudini, non ultime, il pagamento degli incentivi al pensionamento. I dati dei bilanci possono essere così riassunti: si è passati da un attivo del 2007 di 37.000.000 a un attivo di 29.500.000 di fine 2010.
L’altro punto all’ordine del giorno ha riguardato lo storno di una cifra (€ 1.000.000) dal capitolo destinato all’indennità di anzianità da girare al capitolo sugli assegni integrativi di pensione diretta.
Fatto questo la riunione è proseguita con una discussione riferita ai nuovi orizzonti delineati dalla riforma operativa dal 2012.
All’attualità non si conosce ancora l’ammontare delle cifre accantonate nei “conti personali” – calcolo peraltro semplice – ma ciò che più preoccupa e che non si conoscono i “crediti” di ciascuno di noi ha maturato negli anni precedenti il 2012. Il direttore del servizio FITQ, su questo punto ha annunciato che ci sarà da fare un grande lavoro e anche su nostro suggerimento valuterà la possibilità di investire direttamente – in maniera parallela – il personale che potrebbe compilare un format anche su piattaforma sibar o intras – questo perché le cartelle personali sono spesso vuote ed è difficile capire il credito maturato dai vari dipendenti sul lato previdenziale – che da calcoli di massima potrebbe ammontare a € 400.000.000.
Vista l’assunzione di circa 400 nuovi colleghi e la posticipazione della data di pensionamento si dovrebbe risalire comunque la china-
Durante la riunione è stata anche aperto il dibattito sulla destinazione dei fondi presenti e sul fatto che la crisi economica e l’allontanamento della data di cessazione spingono sempre più i colleghi a richiedere tanto il prestito che l’anticipazione. Un aspetto su cui riporre grande attenzione ma che potrà essere affrontato compiutamente solo conoscendo l’esatto ammontare delle somme che, fino all’approvazione della legge finanziaria, sono soltanto virtuali.