Da qualche tempo esiste, da parte del Corpo Forestale dello Stato, un evidente progetto di “riconquista” delle regioni autonome, che a nostro parere, non ha alcun riferimento su reali questioni operative ma è semplicemente legato alla necessità di presentarsi ad una eventuale riforma delle forze di Polizia come un Corpo presente su tutto il territorio nazionale. Un esigenza che a nostro parere, non riguarda tanto la “truppa” (che come noi indossa una divisa verde salvia, scarponi ai piedi e stipendi che valgono sempre meno) quanto invece “colonelli” e “generali” che oltre al territorio e l’ambiente cercano di salvaguardare le proprie “poltrone”.
Quale altro senso avrebbe infatti spedire in Sardegna (nonostante le gravi carenze economiche e di personale del CFS) alcuni elementi senza alcun supporto presso le nostre Procure? Il passo successivo sarà quello di aprire (come pare stiano facendo in Sicilia) nuclei, distaccamenti Cites ed infine Uffici di supporto provinciali che parrebbero precursori di veri e propri Ispettorati? Se questo progetto si realizzasse quale ruolo avrebbe il CFVA? Voci bene informate dicono che nei prossimi giorni ci sarà la visita in Sardegna del Comandante del CFS che pare incontrerà il Presidente della Regione Cappellacci ed il Procuratore Generale della Sardegna ma non il Comandante del CFVA.
Riconquistare il territorio senza cercare alcuna collaborazione con gli “indigeni” parrebbe la logica del CFS che, stabilita la propria “autorità” sulla nostra isola, lascerebbe poi alla Regione il compito di trovare un nuovo ruolo per il proprio personale (forse una via di mezzo fra operai forestali e compagnia barraccellare) limitandosi magari a riconoscere un punteggio superiore ai colleghi che essendo stati Forestali Regionali vorranno partecipare ai prossimi concorsi del CFS. Supposizioni fantasiose ed eccessivamente allarmanti? Di sicuro la nostra preoccupazione a spinto il Segretario del SAF ad inviare una accorata lettera a tutti i Procuratori della Sardegna ricordando il nostro ruolo, l’impegno, la professionalità ed i risultati raggiunti.
In un momento di grave crisi, di riforme che lasciano a terra “morti e feriti”, pensare che il Corpo Forestale dello Stato riprenda gradualmente regioni e provincie autonome (lasciando al proprio destino il personale regionale) potrebbe essere per l’opinione pubblica una delle tante riforme da fare, per la classe politica regionale un modo per ridurre le spese e far meglio quadrare i propri bilanci, per tutti noi invece soltanto la fine di un sogno.
Lettera a tutti i Procuratori della Sardegna su competenze CFS – CFVA