Quando abbiamo denunciato il progetto del CFS di “occupare” regioni e provincie autonome, per ritagliarsi lo spazio necessario per accreditarsi, a spese dei corpi regionali, il ruolo di corpo di polizia presente su tutto il territorio nazionale, qualcuno ha parlato di eccessivo allarmismo ed ha proposto scenari tranquillizzanti alle nostre ipotesi spesso definite catastrofiche. Per ipotizzare realmente quello che sarebbe successo (non possedendo doti di preveggenza) allora dovevamo basarci su ipotesi legate a valutazioni non supportate da atti o norme, ora invece con le dichiarazioni del Comandante del CFS alla Commissione Agricoltura e le notizie che arrivano dalle altre regioni gli scenari appaiono a tutti molto più chiari.
In Sicilia il Movimento cinque stelle ha presentato, il 30 settembre scorso, un disegno di legge per “sopprimere” il corpo forestale della regione (destinato a diventare Corpo di Polizia Ambientale) lasciando “campo libero” al CFS che tornerà (se il Consiglio Regionale dovesse prendere sul serio la proposta) ad esercitare in pieno il proprio ruolo su tutto il territorio della regione Sicilia. Una sorta di cura per un CFRS malato da tempo ed abbandonato dalla politica regionale che come rimedio prevede “l’amputazione dell’unica gamba buona”.
Il disegno di legge, di chiara “matrice CFS”, prevede alcuni aspetti a dir poco allarmanti sia per il personale Forestale, sia per i cittadini siciliani. Per il personale del CFRS (a cui viene comunque garantito il trattamento economico) è previsto di poter scegliere fra il passaggio agli enti locali, al nuovo corpo regionale di polizia ambientale oppure “il passaggio a domanda” nei ruoli del CFS. In questa ultima ipotesi le domande dovranno tener conto dei posti disponibili rispetto agli organici previsti ed inoltre verranno riconosciuti nel passaggio soltanto i “titoli” (gradi?) rilasciati dalle scuole del CFS. Altro che cambiare soltanto la foggia della divisa restando nella propria stazione!
Sulla questione previdenziale poi il disegno di legge “risolve” la questione del personale che decidesse di transitare allo Stato, con un semplice “detto personale è soggetto alle normative statali in materia di quiescenza” senza però specificare se verranno riconosciuti gli anni di “scivolo” anche per il pregresso o solo per il futuro (anche nel CFRS l’età media è di circa 50 anni) e non chiarisce se ci saranno benefici nelle pensioni rispetto ai versamenti finora fatti al fondo integrativo regionale. Il pericolo di un articolo così “semplicistico” è che a fronte di uno scivolo limitato a pochi anni (da riscattare con relativi versamenti) ci sia una forte penalità nelle pensioni.
L’effetto di questo disegno di legge sarà semplicemente quello di smobilitare il CFRS per trasformarlo in un poco chiaro Corpo regionale di polizia ambientale (i regolamenti che diranno cosa deve fare sono previsti solo dopo l’approvazione della legge) al solo fine di consentire al CFS di entrare a pieno titolo in Sicilia creando di fatto una ennesima sovrapposizione di competenze ed il conseguente ennesimo spreco di risorse pubbliche.
Uno scenario desolante che nella sciagurata ipotesi che questa proposta diventi legge, segnerà la fine di un sogno per tutti quei colleghi siciliani che credevano nel nostro lavoro ma che soltanto perchè non possono allontanarsi eccessivamente dalla propria casa (per non dire dalla propria isola) saranno costretti ad abbandonare la divisa del Corpo Forestale. La Sicilia non è vicina ed i suoi disegni di legge hanno ben pochi effetti su noi sardi, ma per il lavoro che facciamo sappiamo bene che anche quando si tratta di un focolaio piccolo e lontano (se il vento arriva dritto e forte verso di noi) non è mai una buona decisione stare fermi a guardare.
Disegno di legge n. 570 Assemblea Regionale Siciliana – Pinus