Il personale del CFVA, oltre al blocco dei contratti che hanno dovuto subire tutti i dipendenti pubblici (dichiarato per altro incostituzionale nei giorni scorsi dalla Consulta) ha dovuto anche far fronte in questi anni ad una serie di pesanti limitazioni e discriminazioni rispetto ai restanti dipendenti dell’amministrazione regionale.
Il personale del Corpo, lo ricordiamo, oltre alle competenze ed i doveri simili a quelli di tutti i dipendenti della Regione è impiegato durante il periodo estivo in turni ed attività rischiose e pesanti ed è rivestito delle competenze di pubblica sicurezza e polizia giudiziaria che implicano, oltre alla normale attività di dipendente “amministrativo”, obblighi e responsabilità penali.
Non vogliamo dilungarci sul significato di queste responsabilità, ma il semplice utilizzo di una divisa, la presenza anche sui territori più remoti della nostra terra, un arma carica in dotazione, e l’obbligo di intervento sancito dalle norme, fanno capire a chiunque quali situazioni possono facilmente scaturire dal nostro ruolo. Per fare un esempio, in cuor nostro tutti speriamo che non succeda, ma sappiamo che nel nostro lavoro, per difendere la nostra vita o quella di altri, potremo trovarci nella situazione di dover usare le nostre armi contro un altro essere umano.
Situazioni che implicano stati d’animo e rischi penali che probabilmente sono anche difficili da immaginare per il restante personale della Regione. Fra un appartenente al CFVA (che percepisce l’assegno di funzione (circa 170 euro) ed un generico dipendente di pari livello che percepisce l’indennità d’amministrazione (circa 50 euro) vi è però una differenza teorica di circa 120 euro lordi. Una differenza ampiamente eliminata da una serie di provvedimenti, come i concorsi interni o le progressioni orizzontali, che hanno consentito passaggi economici a tutti i dipendenti della Regione ben superiori a questa cifra, escludendo o penalizzando fortemente invece il personale CFVA.
Anche nelle recenti progressioni è rimasta esclusa unicamente una parte del personale del Corpo Forestale per “mancanza di risorse”, non di requisiti, e nel segnalare quella che noi riteniamo un ennesima ingiustizia abbiamo dovuto scontrarci con un totale disinteresse dell’amministrazione che per altro ha ritenuto di nemmeno rispondere alla nostra richiesta di incontro inviata al direttore del personale quasi due mesi fa.
La mancata applicazione del legittimo diritto all’avanzamento di carriera, che investe trasversalmente tutte e tre le aree gerarchiche del corpo, Agenti, Sottufficiali e Ufficiali, anche se tecnicamente incide sul 13% del personale (181 persone), ha prodotto un grande sentimento di insoddisfazione, ripercuotendosi pesantemente e negativamente sull’intera attività lavorativa. Complessivamente il personale CFVA si trova in una situazione divenuta oramai insostenibile per la quale riteniamo si debba attivare, in un periodo in cui l’opinione pubblica segue con attenzione il nostro lavoro, una forte azione di protesta.
Per questi motivi il giorno giovedì 23 luglio 2015 il nostro sindacato proclama una assemblea, ai sensi dell’art 15 CCRL 1998/2001, per il personale appartenente al Corpo Forestale e di V.A. della regione Sardegna, nella quale si valuterà la proclamazione dello stato di agitazione ed il ricorso ad una giornata di sciopero.
La riforma della legge “26”
Articolo 1
Riconoscimenti economici
Al personale CFVA è corrisposta un indennità di importo pari alla media delle “indennità d’istituto” riconosciuta ai restanti appartenenti dei corpi forestali di regioni e provincie autonome.