Il 24 e 25 novembre prossimi si terranno le elezioni RSU che, oltre a eleggere i rappresentanti sindacali che porteranno i nostri problemi sul tavolo del Comandante, decideranno la rappresentatività delle organizzazioni sindacali. Il SAF è l’unica organizzazione sindacale che ha deciso da sempre di rappresentare soltanto appartenenti alla Direzione del CFVA e di non presentare candidature nelle altre direzioni dell’amministrazione regionale. Una scelta che certamente è penalizzante ma che ci consente di essere liberi da vincoli e interessi di altre categorie.

Siamo l’unica organizzazione sindacale che non ha mai smesso di lottare affinché nessun collega sia lasciato indietro rispetto alle ultime progressioni. Abbiamo consentito, con la nostra firma sugli accordi, un passaggio di livello retributivo alla maggioranza dei forestali che ha limitato l’effetto devastante dei lunghi anni di blocco contrattuale. Ci siamo impegnati a modificare i vincoli e i paletti imposti dalle norme che in quel momento impedivano il passaggio a chi non aveva maturato alcuni requisiti o semplicemente era rimasto fuori per mancanza di risorse. Lo abbiamo fatto senza esitazioni, anche non firmando un contratto che avrebbe fatto ulteriori “morti e feriti”, manifestando il nostro dissenso, anche pubblicamente, in piazza. Il recente disegno di legge presentato dalla Giunta Regionale nei giorni scorsi sulle progressioni e la causa di servizio è certamente anche il frutto del nostro impegno e della nostra perseveranza.

Non abbiamo firmato inoltre il recente accordo sui “privilegi” sindacali secondo il quale basterebbe un anno di distacco sindacale per maturare il diritto ad un trasferimento nella sede di servizio che si vuole. Lo abbiamo fatto per serietà professionale, avendo un’idea di sindacato che non insegue “scorciatoie” per i suoi rappresentanti, e per il rispetto che si deve ai tanti colleghi in attesa di un trasferimento.

Abbiamo difeso il Corpo e la sua dignità, spesso anche contro la nostra stessa dirigenza o contro chi ne chiedeva la soppressione proponendo il passaggio del personale ad una immaginaria “polizia ambientale”. Una ipotesi che avrebbe certamente favorito le ambizioni di alcuni noti personaggi dei vertici del CFS ma che avrebbe decretato la fine CFVA, trascinando tutti noi nel baratro dell’oramai imminente funerale del CFS, cancellato e assorbito dall’Arma dei Carabinieri.

Con una costante e fattiva collaborazione con i rappresentanti degli altri Corpi di regioni e provincie autonome aderenti al Corpafor, siamo riusciti ad incidere nella riforma Madia facendo in modo che, per la prima volta dopo 25 anni, una norma dello Stato (art. 8 legge 124/2015) non solo conferma le nostre competenze ma riconosce e specifica le nostre

qualifiche di pubblica sicurezza e polizia giudiziaria. Ora, assieme alle altre regioni e provincie autonome, ci siamo posti l’obiettivo di perseguire che le norme in materia previdenziale vengano modificate e tengano in considerazione le nostre peculiarità essendo noi appartenenti ad un Corpo di Polizia della Regione.

Siamo impegnati in una forte vertenza con l’amministrazione e la politica per fare in modo che sia fatta una riforma del Corpo che contenga anche riconoscimenti giuridici ed economici per il personale. Abbiamo realizzato una bozza di disegno di legge che abbiamo diffuso e discusso con i nostri associati e con chiunque abbia voluto partecipare alle nostre assemblee. Le nostre iniziative e manifestazioni, riportate anche dalla stampa e dalle televisioni, hanno finora spinto la Giunta Regionale ad attivare, con la recente delibera di Giunta, un percorso che porterà alla riforma della legge istitutiva del Corpo, ma siamo appena agli inizi e per incidere abbiamo bisogno del sostegno di tutti. Per questo il 24 e il 25 novembre vi chiediamo di sostenere le nostre idee votando la lista del SAF.